Pescara, il gestore del sansificio: “Non inquiniamo, Alessandrini contro l’ambiente”. A rischio 20 operai

Pescara. “Il sindaco ha emesso un’ordinanza contro l’ambiente e mette a rischio famiglie per la perdita dei posti di lavoro”: duro l’attacco del gestore del sansificio di via della Torretta, chiuso dal primo cittadino per le emanazioni nauseabonde nell’aria di tutta la città.

Rocco Schiavone, titolare della Schiavone Biocalore, sfoga in una lettera aperta tutta la sua indignazione contro i provvedimenti presi dal Comune e spiega le ragioni di chi gestisce il sansificio additato dall’intera Pescara come fonte di puzza e inquinamento atmosferico, recentemente attaccato anche per la presunta messa in funzione anche dopo lo stop imposto: “Il procedimento di essicazione della sansa è un processo naturale e non produce immissioni nocive per l’ambiente e la salute umana – afferma -. Noi non effettuiamo procedimenti chimici né bruciamo sostanze, ma dall’essicazione della sansa otteniamo combustibile ecologico e olio”.

Dal 2 aprile la struttura è chiusa, dopo che per settimane una colonna di fumo terso è stata trasportata dal vento in tutti gli angoli del capoluogo adriatico, indignando cittadini e associazioni ambientaliste: “Grazie al sindaco Alessandrini e all’assurda burocrazia di questo Paese la nostra azienda sta per fallire e 20 famiglie resteranno senza reddito”, ribatte però Rocco Schiavone, giustificando il suo operato: “Le abbiamo provate tutte, abbiamo potenziato le strutture esistenti per abbattere le immissioni di fumo e, in accordo con la Provincia e l’Arta, abbiamo dotato l’impianto di un sistema di abbattimento di nuova concezione, un cosiddetto biofiltro, investendo oltre 100mila euro, ma non è servito a niente”.

Schiavone attacca unicamente Alessandrini per la sua decisione, perché “la Provincia aveva autorizzato l’accensione dell’impianto a fine marzo – spiega -, disponendo che l’Arta venisse a rilevare i valori dopo 4 giorni di funzionamento. Procedeva tutto per il meglio, ma prima che l’Arta potesse effettuare i rilievi, si è inspiegabilmente inserito il sindaco con l’ordinanza basata solo sull’onda emotiva, sulle sensazioni soggettive. E’ bastato che un dipendente dell’Attiva, che opera nelle vicinanze dello stabilimento, accusasse un malore – incalza Schiavone –per far chiudere l’attività. Ma nello stesso piazzale vi erano altri 15 dipendenti di Attiva e 20 dei nostri e nessuno si è sentito male”.

Nella sua dura accusa contro il primo cittadino, “ha perso lucidità a causa delle pressioni per le note questioni ambientali, ha paura ed agisce frettolosamente”, Schiavone passa al contrattacco e sostiene che sia lo stesso Alessandrini ad aver emanato “un’ordinanza che si pone contro l’ambiente” perché “intanto la sansa non utilizzata sta fermentando, provocando forti maleodori”.

Sulla questione delle presunte ecoballe bruciate nottetempo uscire dal camino, il gestore del sansificio interviene interrogandosi: “Come possiamo controllare l’impianto se non possiamo accenderlo?” e conclude dicendosi deciso a ricorrere al Tar “per far annullare un provvedimento assurdo e chiederemo al Comune i danni per la forzata chiusura”, invitando anche la Regione a convocare un tavolo tecnico “senza alcuni indugio per risolvere la questione”.

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