Pescara, quando la mobilità ciclistica diventa un percorso ad ostacoli. L’appello di Fiab

Pescara. Per cicilisti e pedoni diventa sempre più difficile affrontare le strade cittadine, soprattutto con le corsie delimitate e con tante macchine impunemente parcheggiate in seconda fila, costringendo le altre a sorpassarle sulla corsia riservata dell’autobus e alle bici.

E’ quanto comunicato da Fiab Pescarabici con una nota stampa. “Questa condizione di pericolo per chi si sposta in bici, con bambino o senza, accomuna gli utenti delle due ruote su tante altre strade della città: Via N. Fabrizi, Via Venezia, C.so V. Emanuele, Via Italica, e in tutte le altre dove il senso di ‘libertà’ interpretativa della segnaletica e degli spazi può essere facilmente espresso dagli automobilisti, specie se la strada larga e gli scarsi controlli lo consentono”.

L’uso quasi ‘obbligato’ dell’automobile, secondo Fiab Pescarabici, dipende in buona parte dall’organizzazione urbanistica della città nel suo complesso. “Per le città sarebbe da tempo ora di pensare ad una mobilità nuova, che abbia come “default” l’intermodalità, la condivisione dei mezzi (tema della prossima Settimana europea della mobilità sostenibile di metà settembre) e soprattutto un diverso modo di concepire l’ambiente urbano con relativi spazi e funzioni, città non più assoggettate alle esigenze dell’auto ma a quelle delle cittadine e dei cittadini che la abitano, che la vivono” hanno comunicato da Fiab.

“Cambiare paradigma di approccio alla organizzazione della mobilità urbana ci aiuterebbe a liberarci da una morsa che ha fatto delle nostre città un enorme parcheggio, in cui il nostro spazio, quando siamo utenti deboli, è solo quello che avanza”.

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