Pescara, Confesercenti contro outlet e centri commerciali

confesercentiPescara. “L’enorme pressione che le strutture che si autodefiniscono outlet, pur essendo ben altro, stanno esercitando sugli amministratori locali e ora anche sui propri dipendenti, spesso precari, ha un solo obiettivo: trasformare l’Abruzzo in un grande capannone dove svuotare i magazzini della merce invenduta. A questo scenario è necessario rispondere con la schiena dritta, ed è quello che chiediamo ai sindaci ed ai consiglieri regionali, specie quelli eletti in provincia di Pescara che è l’area con la più alta concentrazione di centri commerciali in Italia”. Lo ha dichiarato Confesercenti Pescara, in merito al dibattito in corso sulla nuova legge per il commercio e sulle normative che regoleranno le aperture domenicali e festive.
“E’ triste vedere che certi imprenditori rampanti a capo di gruppi finanziari si comportano come i padroni delle cliniche private negli anni Novanta, oggi fallite, che strumentalizzavano i loro dipendenti mandandoli in piazza a protestare” ha aggiunto Confesercenti. “Noi crediamo che sia proprio un equilibrio complessivo fra piccola, media e grande distribuzione a garantire stabilità occupazionale a tutto il settore. Mai come in questo momento storico di crisi economica e calo dei consumi i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi sono sulla stessa barca. A chi lavora nel commercio occorre garantire anche il diritto al riposo ed al tempo libero: lavorare nel terziario, da imprenditori o dipendenti, non può voler dire diventare nuovi schiavi del lavoro. Per questa ragione” ha sottolineato Confesercenti “è necessario che la politica resti con la schiena dritta, non ceda alle pressioni indebite di alcuni e ben individuabili interessi e dia seguito a quanto promette in campagna elettorale sostenendo, anche nei fatti e non più solo a parole, le piccole e medie imprese commerciali, senza le quali è impensabile alcuna ipotesi di sviluppo stabile e diffuso in provincia di Pescara. Oggi c’è sul campo una proposta condivisa dai rappresentanti della piccola e media distribuzione, della grande distribuzione e dai sindacati dei dipendenti: è quella la proposta da sostenere, non certo il Far-West delle aperture selvagge”.

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