Pescara, la Sacci chiude il cementificio: a rischio in 120, speranza Buzzi Unicem

Pescara. Sembra arrivare ad un nuovo, triste capitolo la saga del cementificio di via Raiale: la Sacci decide la chiusura definitiva e a rischiare il posto sono 120 lavoratori. L’unica speranza è la Bucci, ma parte lo stato d’agitazione.

Il primo, duro colpo era stato incassato il 13 luglio 2014, quando la Sacci aveva già mandato in mobilità una cinquantina. Ma il 13 marzo scorso, dopo otto mesi dalla procedura di riduzione del personale, la società proprietaria del cementificio di Pescara ha deciso di chiudere l’impianto di via Raiale cessando definitivamente l’attività produttiva nel capoluogo adriatico, attivando un’ulteriore procedura di mobilità e annunciando la cessazione delle attività degli stabilimenti di Pescara e Macerata. Una decisione che ha scatenato la reazione dei sindacati di categoria che, in una nota, hanno indetto lo stato di agitazione in tutti i siti produttivi della Sacci e hanno richiesto l’apertura di un tavolo a livello nazionale con il ministero dello sviluppo economico. Il numero dei posti persi, se venisse confermata la chiusura,salirà a 80, più l’indotto, per un totale di 120 lavoratori.

A mantenere ancora via la speranza dei sindacati e dei dipendenti a rischio è l’offerta di acquisto formulata il 18 marzo da parte di Buzziunicem, società quotata in borsa e secondo gruppo industriale produttore nazionale di cemento in Italia, pronta ad acquistare il 99,5 % delle quote societarie della Sacci spa. “Feneal, Filca e Fillea hanno unitariamente indetto lo stato di agitazione in tutti i siti produttivi della Sacci SpA che saranno articolate a livello territoriale con coinvolgimento degli Assessorati alle Attività Produttive e del Lavoro Regionali, a sostegno delle posizioni dei lavoratori e favorire l’apertura di un tavolo a livello Nazionale ( MISE – Ministero dell’Industria e Sviluppo Economico) che sia finalizzato alla ricerca di soluzioni utili ad evitare le chiusure degli stabilimenti previste dalla Sacci SpA”,   riferisce il Segretario Generale Fillea CGIL Pescara, Massimo Di Giovanni. Ma il sospetto dei sindacati è quello che la Sacci stia procedendo ad un accordo che, per essere più appetibile alla Buzzi, preveda l’eliminazione degli stabilimenti meno produttivi, tra cui quello di Pescara: “Per questo”, precisa il segretario Fillea, “riteniamo che la vertenza Sacci sia di fondamentale importanza in relazione alle dinamiche societarie e di mercato di tutto il settore del cemento in Italia”. e chiede dunque un coinvolgimento immediato e diretto del Comune ed in particolare dell’assessore all’Ambiente considerando anche la questione della messa in sicurezza e bonifica dell’impianto”,

Il deputato pescarese Gianni Melilla (Sel), ha già inviato un’interrogazione ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico per sollecitare l’accoglimento della “richiesta dei Sindacati per un incontro con le Parti Sociali, la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara per trovare una soluzione condivisa della crisi aziendale con l’obiettivo di tutelare, nelle forme concordate, l’occupazione, adottando ogni utile decisione”, sottolineando inoltre che “se il Cementificio di Pescara dovesse cessare veramente, si presenterà il problema della messa in sicurezza e della bonifica del sito industriale”.

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