Pescara, prostitute costrette all’aborto: feti gettati nel water

Pescara. Emergono particolari agghiaccianti dall’inchiesta della Mobile di Pescara che a febbrai scorso sgominò una banda di rumeni che sfruttavano giovani connazionali per farle prostituire, costringendole ad abortire clandestinamente pur di massimizzare i profitti.

Furono 13 le misure cautelari ordinate dal Gip  gip Nicola Colantonio ed eseguite dalla squadra mobile della polizia di Pescara lo scorso 9 febbraio. Gli uomini agli ordini di Pierfrancesco Muriana sgominarono una banda di matrice romena che aveva monopolizzato la gestione delle prostitute nella zona sud di Pescara, autrice di gesti senza scrupoli pur di trarre i maggiori profitti dallo sfruttamento di giovani connazionali: erano costrette ad offrire prestazioni sessuali senza protezione dietro somministrazione di un “sovrapprezzo” e, nel caso di gravidanza, venivano sottoposte ad aborti clandestini.

Nei mesi scorsi furono due i casi acclarati attraverso la somministrazione di dosi massicce di un farmaco gastro-protettore, il Cytotec; ma due giorni dopo il blitz della Mobile si e’ presentata spontaneamente negli uffici della questura una delle donne gestite dall’organizzazione, una romena di 22 anni, ormai libera dai suoi sfruttatori, che ha rivelato nuovi, cruenti dettagli oggi emersi.

La giovane ha reso una dettagliata testimonianza sulle vicende che l’hanno vista coinvolta e ha anche riferito che a giungo 2014, dopo essere rimasta incinta di uno dei tanti clienti con i quali aveva avuto rapporti sessuali non protetti, uno dei capi dell’organizzazione, un 33enne, e la sua compagna 26enne, l’hanno costretta con minacce e percosse ad abortire clandestinamente, sempre tramite l’assunzione di una dose massiccia di Cytotec. L’aborto e’ avvenuto nella stanza di un albergo di Pescara, con gravi rischi per la sua incolumita’ fisica, e i due si sono disfatti del feto gettandolo nel water del bagno. Il sostituto procuratore Paolo Pompa ha quindi indagato la coppia, gia’ arrestata nella operazione di febbraio, per il reato di procurato aborto, emettendo nei loro confronti un avviso di conclusione indagini che e’ stato notificato di recente. 

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