Santa Croce Canistro, il Comune replica furioso alle esternazioni di Colella

Canistro. “Adesso basta! La misura è colma! Le esternazioni di Camillo Colella che additano il Comune di Canistro come responsabile della vertenza in atto tra lavoratori e azienda sono del tutto inaccettabili e infondate”.

Ad affermarlo, l’assessore con delega alle attività produttive del Comune di Canistro, Ugo Buffone, il quale osserva che “nessuna colpa dell’attuale situazione può essere addebitata all’amministrazione comunale, di ieri e di oggi.

Ciò in quanto il Comune in parola ha esercitato il sacrosanto diritto di ricorrere al TAR impugnando il bando della concessione esclusivamente per tutelare gli interessi dell’ente locale, sia con riferimento agli aspetti ambientali e idrogeologici sia riguardo ai lavoratori”.

E’ un fiume in piena l’assessore Buffone, evidentemente esausto per le accuse mosse da Colella, replicando all’imprenditore che “non può certo dolersi del ricorso alla giustizia amministrativa intrapreso dal Comune – ritenuto, peraltro, fondato dal TAR e dal Consiglio di Stato, che ha già rigettato la sospensiva proposta dalla Sorgente santa Croce SpA – chi da anni utilizza lo strumento processuale e propagandistico per alimentare sistematicamente un clima di incertezza teso a mistificare la realtà dei fatti e chi lo ha, altresì, utilizzato per eludere i pagamenti dovuti a vario titolo al Comune di Canistro (come Imu e Tarsu)”.

“Vero è invece – continua Ugo Buffone – che il Comune di Canistro ha lavorato anche dopo l’annullamento del bando per trovare una soluzione equa per tutti i portatori di interesse alla delicata vicenda, ma che, a ciò non si è arrivati a causa dell’ostinazione del titolare della Società, che ha perseguito unicamente il proprio interesse senza curarsi minimamente delle sofferenze inflitte ai lavoratori, che a anche in questi giorni, non a caso, insorgono contro di lui.

L’assessore comunale – in perfetta sintonia con gli avvocati del Comune di Canistro Salvatore Braghini e Renzo Lancia – afferma che “l’acqua minerale della Sponga, per le preziose qualità, e l’intera comunità di Canistro, meritano ben altro destino e che è arrivato il momento di svoltare pagina”.

“Ma ciò – precisano i tre – sarà possibile soltanto grazie all’espletamento della nuova gara appena indetta nonché al contributo di tutti i soggetti interessati a promuovere un piano di sviluppo commerciale, che valorizzi al meglio la risorsa idrica, nei limiti imposti dalla salvaguardia del bene e dell’ambiente, mediante il ricorso a investimenti mirati e soprattutto creando un clima costruttivo, basato sul dialogo e sul reciproco rispetto”.

“Ci si domanda inoltre – continuano l’assessore e i legali del Comune di Canistro Braghini e Lancia – come sia possibile che Colella, da una parte, si lamenti per l’impossibilità di emungere l’acqua della fonte, con ciò giustificando i licenziamenti, e, dall’altra, continui a assicurare clienti e fornitori circa il mantenimento degli impegni assunti grazie ad “inesauribili” serbatoi di approvvigionamento”.

“Colella – proseguono – dimentica, peraltro, che ha fruito del megasconto sul canone dell’acqua minerale (pagandola 30 centesimi anziché 4 euro) senza aver onorato i patti di salvaguardia occupazionale che, pure, aveva sottoscritto per beneficiare della diminuzione di prezzo, ricorrendo a piene mani agli ammortizzatori sociali da circa 8 anni a questa parte, con ciò gravando due volte sulle casse pubbliche, una volta a motivo delle minori entrate regionali per lo sconto fruito sull’acqua emunta e, una seconda volta, per i benefici della cassa integrazione, finanziata con i soldi di tutti i cittadini che pagano le tasse (loro si)”.

“Sarà il caso di rammentare a Colella – concludono i tre – un famoso motto evangelico: Nolite iudicare ut non iudicemini”.

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