Ricostruzione L’Aquila, l’ira di Gianni Letta al tavolo tecnico: ‘Bisogna andare avanti’

gianni_lettaL’Aquila. Molti sono abituati a vederlo con il sorriso stampato sul volto, quasi a voler tranquillizzare gli animi. Ma oggi, nella riunione del tavolo tecnico per la Ricostruzione de L’Aquila, di quel self control non c’era nemmeno l’ombra. E Gianni Letta non ha potuto fare di “tirare le orecchie” a presenti al tavolo, mostrando la sua versione più seria e decisa, a tratti furiosa.

“Bisogna stringere” ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio “non possiamo ancora giocare. Ognuno deve progettare, camminare e andare avanti!”. Insomma, ognuno faccia la propria parte, mettendo la parola fine al continuo rimpallo di responsabilità, che produce, come unico risultato, ritardi su ritardi. E, intanto, la città aspetta e resta ferma alle impalcature dei cantieri. Fatte le dovute premesse, il tavolo tecnico è passato poi ad analizzare gli argomenti all’ordine del giorno: macerie, bilanci, affitti dei Map (Moduli Abitativi Provvisori). E i sottoservizi: la miccia che ha fatto scatenare il sempre composto Letta.

“Per mesi abbiamo discusso di tunnel intelligenti” ha detto il sottosegretario “ora scopriamo che non si possono fare più. Non perdiamo altro tempo”. Alla fine, sembra che l’accordo sia stato raggiunto e, come spiega l’assessore comunale alla Ricostruzione, Piero Di Stefano, “dovrebbe prevedere la realizzazione di manufatti collettivi, che saranno attraversati da tutte le reti dei servizi (escluso il gas), in modo tale da razionalizzare opere e risorse. Le reti dell’acqua e del gas, gestite dalla Gran Sasso Acqua e da Enelgas, potranno contare su finanziamenti pubblici, mentre Enel e Telecom, per quanto riguarda le reti elettriche e telefoniche, hanno dato la disponibilità a eseguire gli interventi di loro competenza. L’orientamento della nostra amministrazione era far passare tutte le reti nel sottosuolo, liberando definitivamente gli edifici. Un’occasione da prendere al volo proprio adesso, con la ricostruzione da effettuare. Ci fa piacere che oggi ci sia stata una disponibilità generale a ragionare concretamente su questa idea”.

In tema di assistenza alla popolazione e per l’assistenza alle famiglie meno abbienti, poi, l’assessore comunale alle Politiche Sociali Stefania Pezzopane ha presentato al tavolo tecnico un pacchetto di proposte per l’aggiornamento e il miglioramento delle regole. “Dopo il 6 aprile il quadro sociale è profondamente cambiato” spiegano Pezzopane ed il neo assessore Fabio Pelini. “Sono emersi nuovi bisogni e nuove esigenze sociali, di cui bisogna tener conto. I nuclei familiari sono modificati, ci sono state disaggregazioni, o aggregazioni, nuove nascite, separazioni. Ci sono molti anziani in più che hanno bisogno di assistenza. E di tutte bisogna tener conto. L’obiettivo del Comune è duplice. Da una parte intendiamo sollecitare la struttura Commissariale ad emanare un’unica direttiva, una sorta di Testo Unico che accorpi tutte le problematiche della popolazione, in tema di assistenza e che renda le disposizioni più comprensibili e più leggibili da parte dei cittadini, anche al fine di garantire maggiore trasparenza. Dall’altra, molte disposizioni sono assolutamente da rivedere e da migliorare e per questo è necessaria una nuova direttiva del Commissario”. Tra le proposte prioritarie avanzate dal Comune ce ne sono alcune che modificano le attuali disposizioni e che per essere accolte necessitano di una nuova direttiva commissariale. Prioritaria è anzitutto la necessità di assegnare il più velocemente possibile gli alloggi (CASE e MAP) ancora liberi, in modo da assicurare un alloggio a chi ancora lo attende ed è in lista dall’agosto 2009. Priorità anche per gli anziani assistiti da una badante, che hanno diritto all’alloggio. Per questi il Comune richiede una camera da letto o un posto letto in più per la badante, anche se assunta dopo il terremoto. Si chiede, inoltre, di assegnare le CASE e i MAP ancora liberi, nei paesi o nelle frazioni vicine a L’Aquila. In assenza di famiglie consenzienti si segue l’ordine di collocazione in graduatoria. Le famiglie che rifiutano avranno diritto solo all’autonoma sistemazione. E ancora, destinare il prima possibile anche gli alloggi del progetto CASE e MAP con più di tre posti letto, che risultano non occupati per assenza di nuclei familiari che hanno titolo di priorità. Le famiglie che vivono nelle frazioni, poi, con abitazione principale inagibile, che ora hanno un alloggio in affitto concordato, possono richiedere l’assegnazione di un MAP disponibile nella frazione d’origine. Il coniuge, che in seguito ad una separazione, ha dovuto abbandonare un alloggio del progetto MAP o CASE, conserva il diritto all’assegnazione di un alloggio, se proprietario alla data del 6 aprile 2009 di un alloggio classificato E. In caso di aggregazione dei nuclei familiari, dopo il 6 aprile, il diritto all’autonoma sistemazione viene calcolato sulla base della effettiva consistenza dei singoli nuclei, anche in caso di convivenza nella stessa abitazione. Le famiglie che fruiscono di una qualsiasi forma di assistenza, la conservano anche se risultano proprietarie di alloggi agibili, che nell’aprile 2009 erano occupati da parenti fino al secondo grado, mentre quelle che hanno modificato la propria residenza conservano il diritto all’erogazione del CAS o all’affitto concordato sino alla permanenza dei requisiti prescritti.

Per le famiglie indigenti, in attesa del Fondo Immobiliare, il Comune propone, inoltre, la possibilità di destinare un contributo mensile con il quale poter pagare un affitto; questo per sopperire mancanza di disponibilità degli alloggi del Fondo Immobiliare allo stato attuale. Per quanto concerne l’aumento del CAS di 200 euro per le famiglie con uno o due componenti, l’aumento decorre a partire dal 10 marzo 2010, solo se la domanda è stata formulata prima di tale data. Il Comune, infine, propone di riaprire i termini per la riparazione degli immobili in costruzione alla data del sisma e destinati ad essere prima abitazione, nonché la possibilità di indennizzo dei beni mobili al di fuori dell’abitazione principale.

“Molte di queste proposte formulate oggi al tavolo con Letta e Cicchetti erano già state proposte dal Comune” hanno concluso gli assessori. “La novità è che la necessità di produrre delle modifiche all’attuale situazione è stata condivisa oggi anche da loro. Quello che ci aspettiamo e su cui continueremo a esercitare il massimo della pressione è che si producano al più presto tutti gli atti necessari a tradurre in realtà quelle che attualmente sono delle proposte concrete e condivise”.

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