Università L’Aquila, l’Udu chiede revisione dei crieri Cas

universita_laquilaL’Aquila. “La situazione è rimasta immobile e questa indifferenza non è più accettabile”. Così l’Unione degli Universitari dell’Aquila commenta i quattro mesi che sono seguiti alla manifestazione studentesca del 17 novembre e all’incontro di alcuni studenti con il presidente Gianni Chiodi, il Commissario Straordinario all’ ADSU D’Ascanio, l’assessore Regionale al Diritto allo Studio Paolo Gatti e il  vicepresidente del Consiglio Regionale De Matteis.

Obiettivo della protesta la richiesta di modifica dei criteri del CAS, che, a detta dell’Udu, provocherebbero  fortissime disparità di trattamento per coloro che hanno avuto accesso al contributo come stabilmente dimoranti a L’Aquila alla data del 6 aprile.

“E’ scandaloso” tuona in proposito l’Unione degli Universitari “che la Regione Abruzzo non abbia ancora eliminato il criterio del “Non meno di 2 esami per non meno di 9 crediti” necessario per essere inseriti nelle liste CAS. Inoltre è evidente l’inesistenza di incompatibilità tra borse di studio e CAS: gli alloggi pubblici sono assegnati come “quota in servizi” della borsa di studio altrimenti erogata in contanti (ovvero lo studente ha facoltà di scegliere se usufruire dell’alloggio pubblico o della quota in contanti relativa), quindi riteniamo inevitabile l’eliminazione di tale incredibile “incompatibilità”. Infine, con il vincolo di presentare un contratto di locazione della durata di 18 mesi diventa impossibile per gli studenti presentare domanda in quanto a fronte dell’esiguità dell’offerta abitativa ottenere un contratto di tale durata diventa estremamente raro.Con questi criteri vengono praticamente tagliati fuori tutti gli studenti universitari stabilmente dimoranti alla data del 6 aprile presso la città dell’’Aquila dalle liste CAS”.

Per tutte questa ragioni l’Udu chiede al Commissario Straordinario alla Ricostruzione e al Sindaco dell’Aquila di eliminare il requisito del superamento dei due esami, con vincolo di 9 CFU , nell’anno accademico 2009/2010; reincludere nei benefici coloro che risiedono all’interno di strutture residenziali in quanto, sia se beneficiari di borse di studio complete o in quota alloggio, sia se non beneficiari delle stesse, “pagano” in ogni caso il proprio alloggio o direttamente o tramite quota della borsa di studio cui risultano idonei; eliminare l’obbligo di presentare un contratto di locazione in un comune ubicato nel cosiddetto “ambito di mobilità” o modificare la dicitura riguardante la durata del contratto, che può essere anche solo di sei mesi.

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