L’Aquila, droga all”Asilo Occupato’: scoppia la polemica

L’Aquila. ‘L’inchiesta della Squadra Mobile aquilana ha portato alla luce la presenza di hashish, metanfetamina, speed e cocaina all’interno del cosiddetto ‘Asilo Occupato’, confermando tutti i timori che da anni andiamo denunciando alle autorità comunali. E’ arrivato il momento di chiuderlo’.

Lo afferma Francesco De Santis, membro del coordinamento regionale Noi Con Salvini Abruzzo e componente del Consiglio territoriale di partecipazione numero 7.

‘Il Partito Democratico – prosegue – non ha mai voluto far chiarezza sui dubbi che l’intera cittadinanza aveva riguardo le attività ‘ricreative’ che si svolgevano all’interno dell’Asilo Occupato, mentre adesso la Polizia ce ne ha dato conferma: droga e spaccio in pieno centro storico, in uno stabile pubblico occupato da associazioni di sinistra che non hanno mai ricevuto l’ordine di sgombero da parte dell’Amministrazione aquilana.

Ricordiamo tutti il segretario del Pd aquilano in un comunicato datato 2014 affermare che ‘le associazioni che hanno dato vita all’esperienza dell’Asilo Occupato hanno svolto una funzione sociale importante’.

Ci chiediamo – osserva De Santis – se per il Pd ‘la funzione sociale importante’ sia lo spaccio di speed e cocaina negli stabili pubblici. A L’Aquila non rimane che la rabbia di aver visto abbandonare per sette anni un edificio così funzionale nelle mani di tossici e spacciatori.

Non è questa L’Aquila che vogliamo vivere, non è questo il futuro che vogliamo per il centro storico. E’ ora di porre fine a questo scempio’, conclude l’esponente di Noi Con Salvini Abruzzo.

Sull’attività di spaccio all’Asilo Occupato intervengono anche i consiglieri comunali di Noi con Salvini Emanuele Imprudente, Luigi D’Eramo e Daniele Ferella. Su quella struttura “avevamo ragione noi. E aveva ragione da vendere il consigliere Luigi d’Eramo che, già nella passata consiliatura, aveva presentato un ordine del giorno, respinto dalla maggioranza, per riportare quel bene pubblico nelle disponibilità del Comune.

Ora, grazie al lavoro encomiabile delle forze dell’ordine – affermano i consiglieri – emerge che all’interno dell’edificio venivano vendute droghe pesanti di ogni tipo. Altro che centro di aggregazione, altro che avamposto culturale, altro che luogo dedicato alla socialità dei giovani!

Per anni l’Amministrazione ha tollerato un’occupazione abusiva, peraltro doppiamente illegittima, dal momento che la struttura era inagibile, e non ha mai incassato un centesimo. Non solo, ha continuato a pagare le bollette, quelle stesse per cui pretende gli esborsi dagli indigenti del progetto Case. Una vergogna.

Le regole, a quanto pare – proseguono gli esponenti politici di Noi con Salvini – valgono solo per i cittadini onesti e vessati e per i commercianti che devono combattere la crisi. Il risultato e’ che la tolleranza dell’illegalità ha portato, come c’era da aspettarsi, altre situazioni di illegalità, anche peggiori.

Una situazione rispetto alla quale l’Amministrazione deve assumersi le proprie responsabilità e fare mea culpa. Ci domandiamo cosa aspetti, ancora, il Comune a riappropriarsi di un bene che è di tutti. Alla struttura vanno messi i sigilli oggi stesso. E non ci si venga più a parlare di luogo di cultura – commentano infine i tre consiglieri – visto che è ormai chiaro cosa sia stato, per anni, l’Asilo Occupato, sotto gli occhi di tutti, a cominciare da chi ci governa”.

FORZA ITALIA CHIEDE DIMISSIONI DEL SINDACO CIALENTE

‘Un ben triste “ve l’avevamo detto” sorge alle nostre labbra al sapere dello spaccio di droga all’ex-asilo di viale Duca degli Abruzzi. Un segreto pubblico: “all’asilo si spaccia”, viene a galla prepotente, dopo essere stato sempre ben coperto di sabbia dai sinistri politici.

Personaggi che ora siedono in senato o in giunta regionale hanno difeso a spada tratta l’occupazione abusiva e le attività che vi si svolgevano. Il sindaco stesso, in uno degli incontri dovuti alle nostre polemiche, minimizzò la portata del degrado generato dall’edificio, dichiarando che quello era un centro autogestito sotto la sua responsabilità.

All’inizio doveva essere un “centro culturale autogestito”: belle parole, care agli ex sessantottini, per infiocchettare un luogo di nessuno dove la legalità era inesistente e dove nessun controllo era possibile. Non se ne poteva parlare male, perché per la sinistra aquilana era un segno di rinascita culturale nel centro storico.

Passarono anni prima che anche a loro divenisse chiaro che di culturale c’era ben poco: che per ogni mostra autorganizzata o cineforum di sinistra c’erano dieci, venti serate a base di alcol e droghe; che divenisse evidente che i vandalismi, le aggressioni, gli episodi di criminalità che avvenivano là intorno non erano casuali.

Ci vollero gli interventi di Roberto Jr Silveri, ora vicecoordinatore aquilano di Forza Italia e dei ragazzi di FI Giovani, per smuovere l’opinione pubblica, e solo allora, come se fosse qualcosa di straordinario, il sindaco declamò alla città la parola incantatrice: “riqualificazione”.

Si trattò della cosa come lo fa la politica di sinistra: tante belle parole, incontri, partecipazione, condivisione,
giusto per gettare un po’ di fumo incensando l’opinione pubblica. Ma di riqualificazione è evidente che non c’è nemmeno l’ombra di un’intenzione: l’amministrazione fa solamente resistenza passiva per mantenere quei “figli di…” e “amici di…” nel buco di degrado che si sono costruiti.

Ora si scopre che in questo “centro culturale”, così limpidamente gestito, ben tenuto, con tante attività culturali, vi si spacciano cocaina, oppio – ossia eroina -, acidi, anfetamine.

L’amministrazione sappia che ha sulla coscienza ogni ragazzo aquilano che ha cominciato a drogarsi, visto che per anni ha concimato la gramigna dello spaccio. Sappia che, per quanto possa parlare di legalità, con il suo insabbiare ha favorito le mafie – che, per quanto sostengano i nostri illuminati parlamentari, non fanno affari con le droghe leggere ma con cocaina, eroina, droghe chimiche: quelle che venivano spacciate nel centro autogestito sotto la responsabilità del sindaco.

Sappia che, ancora peggio, ha nutrito una piaga infetta nel cuore della città, impiantando metastasi criminali in un tessuto sociale che faticosamente cerca di ricostruirsi dal terremoto.

L’Aquila non merita un sindaco che flagella la sua gioventù, le sue famiglie, il suo tessuto sociale. Il sindaco confermi la responsabilità che si era preso pubblicamente, difendendo quella purulenta sentina di degrado e, poiché favoreggiatore con la sua ignavia della criminalità e della distruzione sociale, si dimetta’, si legge in una nota firmata da Roberto Jr Silveri, vice coordinatore comunale di Forza Italia L’Aquila.

La replica dell’Asilo Occupato: ‘Articoli faziosi e strumentali, non c’entriamo nulla con le indagini’

I collettivi, le associazioni e i singoli attivisti ed attiviste dello spazio sociale dell’Asilo Occupato rispediscono al mittente ogni accusa in relazione ai fatti di cronaca emersi da stamane.

‘I gruppi e le individualità che in questi anni hanno animato gli spazi dell’Asilo nulla c’entrano con fatti emersi. Faziosi e strumentali sono alcuni articoli che accostano le attività svolte all’interno dell’Asilo con reati che sarebbero stati commessi ai margini dello stesso.

Il centro sociale durante questo mese ha ridotto la frequenza delle attività: concerti e serate, come ben sapete, sono assenti da diverse settimane per la pausa estiva, quindi ci sembra scontato tranquillizzarvi sul fatto che nessun arresto è mai avvenuto all’Asilo, pertanto la notizia riguardo a “blitz” e “perquisizioni all’interno dello stabile” è semplicemente falsa.

Troppo spesso ormai molti professionisti che si definiscono “giornalisti”, sia in questa città che in generale in questo Paese, usano la lingua italiana impropriamente, strumentalizzandola per far passare messaggi decisi a tavolino o dalla loro personale opinione.

In uno degli articoli sopra citati troviamo un bel titolo ad effetto: “Coca e Oppio nell’Asilo Occupato. Giovani denunciati dalla polizia”. Si insinua, in maniera neanche troppo velata, che la responsabilità del reato sia degli occupanti dello spazio, poi man mano che leggiamo, grosso modo, si capisce che l’asilo è semplicemente stato coinvolto nelle indagini, in quanto luogo, in cui sono circolate sostanze illegali, cosa innegabile, cosi come è innegabile che circolino in diversi altri luoghi “legali” della città.

Altre testate giornalistiche e radio/televisive hanno somministrato la notizia in una maniera erroneamente affermativa, facendo passare per vere cose mai accadute.

Ora ci chiediamo, questo è giornalismo? è questo il modo in cui si fa informazione? Certi errori non sono sempre commessi in buona fede e l’Asilo ha tutto il diritto di pretendere la smentita di quanto affermato, accompagnata da delle doverose scuse.

Molti sanno bene che diverse volte i membri dell’asilo hanno voluto arginare il problema del circolo di sostanze stupefacenti, impresa difficilissima, che paradossalmente non viene intrapresa in quei posti marchiati come “legali” dove questa questione è presente forse anche con più intensità.

Questo perché lo sappiamo, lo sappiamo che i centri sociali sono sempre soggetti ad avere il dito puntato contro, che le cose che accadono ovunque, in un luogo occupato (dal nostro punto di vista “liberato”) accadono due volte. Tutto questo si può riassumere in un’unica parola: “Pregiudizio”. Il pregiudizio sta lì, nel titolo dell’articolo scritto in grande e in grassetto, e sta lì, nell’occhio di chi legge (appena) e trae conclusioni basandosi esclusivamente su quel titolo.

Negli ultimi cinque anni e mezzo il centro sociale di viale Duca degli Abruzzi è stato attraversato da migliaia di persone. Centinaia le iniziative politiche, sociali, culturali, musicali, artistiche e ricreative organizzate, in uno spazio pubblico che altrimenti sarebbe continuato semplicemente ad essere in stato di degrado e desolante abbandono, come lo era fino al gennaio del 2011, e come continuano ad essere tanti edifici di proprietà pubblica nel centro storico e in tutto il territorio aquilano.

Un luogo dove quotidianamente si cerca di ricreare socialità dal basso, senza l’aiuto di nessuna istituzione pubblica, e con la sola forza di volontà e la determinazione degli attivisti e delle attiviste che lo animano. Ci dispiace se gli incidenti di percorso, fatti singoli compiuti da singoli, possano minare la strada che ogni giorno percorre l’Asilo Occupato. Noi non lo crediamo: pensiamo che sia molto più importante animare il luogo di eventi, iniziative e vita in una città dove regna la disgregazione e l’emarginazione sociale e continueremo a farlo.

Finalmente quest’anno si è smosso qualcosa, e si è cominciato a parlare di fondi certi e lavori sullo stabile. Anche se ancora non lo abbiamo comunicato pubblicamente, a questo punto ci sembra il caso di anticiparvi che il collettivo dell’Asilo sta lavorando, in clima di reciproco rispetto, insieme alle istituzioni e ad altri giovani cittadini ad un progetto di riqualificazione dello stabile, per far in modo che sia una ricchezza fruibile a tutta la città, cosi come lo è stato finora, anche dopo la fine dei lavori.

Alcune persone pensano e agiscono in malafede. Noi no. Non lasciate che vi mandino fumo negli occhi’, replicano i rappresentanti dell’Asilo Occupato L’Aquila.

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