Gli aquilani protestano a Roma: “Macerie di democrazia”

DSCN0577Roma. Tutto era iniziato con gli studenti, le famiglie con i passeggini, i precari, la musica. Tutto è finito fra i lacrimogeni, le cariche della polizia, la devastazione della città. E il no alla sfiducia al governo Berlusconi. Si proponeva come una giornata difficile ma intensa, piena di voglia di rivendicare i propri diritti, capace di intrcciare le lotte di chi sta subendo la crisi, unificandole. Difficile lo è stata, per la sicurezza, per chi aveva deciso di manifestare e protestare pacificamente. E fra loro, L’Aquila ha risposto forte e chiaro, per dire che non si fida, che troppe bugie sono state dette, che troppa speculazione c’è stata sulla pelle di una comunità alla quale si vorrebbe impedire perfino di parlare e reagire.


Erano un centinaio gli aquilani arrivati al Colosseo, fra le bandiere neroverdi e quello striscione, “Macerie di democrazia”, che apriva anche il corteo del 20 novembre. Una giornata dedicata alla rivendicazione della propria città, insieme ai diritti di quanti sono scesi in piazza: studenti, precari, movimenti di lotta per la casa, per la tutela dell’ambiente, del lavoro, del proprio futuro e di quello dei propri figli.
Durante il corteo, enorme, l’occasione per gli Aquilani di lanciare il loro messaggio è arrivata da una deviazione del percorso: davanti al dipartimento di Protezione civile hanno lasciato dei sacchetti dell’immondizia, quella di Napoli. “I cittadini dell’Aquila e i comitati antidiscarica di Chiaiano, di Napoli, hanno sanzionato così dal basso il comportamenti della Protezione Civile”, ha dichiarato Francesco Caruso, ex parlamentare del Prc. Poi la protesta è continuata, bloccando la città, sfilando per il Muro Torto e arrivando alla Sapienza.
Sono due le anime della giornata: da una parte, la protesta ironica, pacifica ma determinata, nel farsi ascoltare. Dall’altra, quella degli scontri provocati, dei cartelli divelti, della risposta delle forze di polizia.
La domanda di chi e è sceso oggi in piazza è: ora, cosa succederà? Quanto è alto il rischio che le proteste vengano strumentalizzate?
Domani sarà una giornata di riflessione: per pensare a una risposta e per difendersi da cosa succederà.

 

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