Sulmona, Di Masci: ‘ecco tutta la verità sulla fine dell’amministrazione Ranalli’

Sulmona. La storia e i motivi che hanno portato alla fine della giunta comunale e del sindaco Giuseppe Ranalli. Una ricostruzione precisa dei fatti illustrata dall’ex consigliere regionale Bruno Di Masci in un’affollata assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio nel Centro Celestiniano di Sulmona.

Con Di Masci sono intervenuti gli ex consiglieri comunali Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, gli ex assessori comunali Luciano Marinucci e Aldo Milan. “Il goffo e maldestro  tentativo” del sindaco Peppino Ranalli, chiamato più volte “il Marino paesano”, di escludere il Partito democratico dalla maggioranza per fare un accordo con il Gruppo consiliare dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo è stata la causa scatenante di tutta la crisi. Avrebbe iniziato convocando riunioni senza il Pd, prima in studi professionali, poi a palazzo San Francesco per trattare numerose iniziative amministrative come la riorganizzazione della macchina comunale, il programma economico di gestione e il riassetto del traffico nel centro storico.

Argomenti e comportamenti che hanno avuto l’effetto di mettersi contro tutto e tutti. Partiti e dirigenti comunali, tutti contro il sindaco. Una situazione di conflitto che ha avuto pesanti ripercussioni sull’attività del Comune e sui rapporti con i consiglieri comunali del Pd, esclusi da ogni decisione. Tante sono state le lettere e le proteste di dirigenti che avrebbero minacciato di ricorrere alla magistratura per le continue iniziative e dichiarazioni denigratorie verso chi doveva mandare avanti il Comune.

A questo bisogna aggiungere i grossolani errori amministrativi compiuti in questi anni come il dramma vissuto dalle famiglie con la storia delle mense scolastiche, l’abbandono delle strade e del verde pubblico e i ritardi con relativi disagi per il modo con cui è stato affrontato il problema della ristrutturazione e dell’adeguamento antisismico delle scuole. Dodici milioni di finanziamento per il terremoto rimasti nel cassetto, i tagli al sociale e la questione delle case parcheggio. Per non parlare dei continui litigi avuti con l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, con il quale non si parlava e dal quale era stato definito “sindaco inadeguato”.

“Sono stato io a farli riappacificare e restituire serenità in un momento in cui bisogna lottare per salvare ospedale e punto nascita”, spiega Di Masci che continua “E nonostante il Pd cittadino e io in particolare, avessimo fatto ogni sforzo per salvare la sua amministrazione nel bene della città, lui ha continuato a tramare contro il Pd. Riunioni carbonare per chiedere a Gerosolimo di entrare in maggioranza per far fuori il suo stesso partito. Non potevamo accettare tutto questo, così abbiamo iniziato a pensare di andare alle elezioni in tempi rapidi per ridare alla città un governo più stabile nel giro di poco tempo. Tanto che lo stesso sindaco, in un incontro a Pescara con il governatore Luciano D’Alfonso, è arrivato alla conclusione di dimettersi. Stiamo ancora aspettando che lo faccia. Sulmona non meritava tutto questo;  due anni ancora con un sindaco che non ne ha combinata una buona avrebbero portato la città alla paralisi totale. Una città che continua perdere popolazione, (350 residenti in meno in media ogni anno) e i giovani che sono costretti ad andare via per trovare lavoro. Sulmona non meritava tutto questo e così abbiamo deciso di mandarlo a casa. Ora tocca a noi raccogliere il testimone, in spirito di servizio alla città e rimboccarci le maniche per una nuova battaglia elettorale che ci porti ad un governo stabile, responsabile ed efficace che porti alla rinascita di Sulmona e del comprensorio”, conclude l’ex consigliere regionale.

 

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