Sulmona, si dimettono in 9: decade il sindaco Ranalli

Sulmona. Nove consiglieri comunali firmano le dimissioni e mandano a casa il sindaco di Sulmona, tra loro anche due della maggioranza iscritti al Pd.

Contravvenendo alle indicazioni del segretario regionale, Marco Rapino, i due hanno contribuito a far raggiungere il numero necessario a far cadere il primo cittadino, Peppino Ranalli, loro collega di partito.

‘Prima di tutto voglio ringraziare chi, in questi giorni e in queste ore, ha lavorato senza sosta per cercare di trovare una soluzione che riportasse la città di Sulmona ad uno stato di governabilità, soprattutto chi, tra i professionisti contattati per la composizione della nuova giunta, aveva deciso di mettersi in gioco per il bene di tutti. Purtroppo, nonostante gli innumerevoli sforzi e tentativi, non è stato possibile farlo’, dichiara Rapino.

Per la quarta volta consecutiva Sulmona verrà commissariata e travolta. La sua classe dirigente perde un’altra opportunità di dimostrarsi diversa e matura. Chi sedeva tra i banchi dell’amministrazione, chi sedeva dalla parte della maggioranza ha sulle spalle, ora, una grande responsabilità: a cominciare dalla mancanza della certezza assoluta di poter tornare al voto in tempo utile per gli appuntamenti del 2017. Ma non solo questo. Chi sedeva tra quei banchi e dalla parte della maggioranza ha anteposto la propria personale visione a quella della sua comunità politica, la stessa comunità politica grazie alla quale era stato eletto. Ma non solo.

C’é una cosa ben più importante: chi era stato eletto per stare in maggioranza ha tradito il mandato che gli era stato consegnato dai suoi elettori. Credo e sono convinto che la città di Sulmona meriti molto di più di tutto questo. Lo stesso Partito Democratico e i nostri militanti, chi si rispecchia nei nostri valori e principi, merita molto di più di vedere tra le prime firme, di quella che è solo una sconfitta, due dei suoi rappresentanti in consiglio comunale.

Gli stessi che, fino a qualche ora prima, dicevano di essere disponibili a trovare una soluzione mentre tramavano l’epilogo di questa vicenda. Questo tipo di classe dirigente condanna la città al declino. Ora più che mai convinto che i veri innovatori sono quelli che cambiano il destino’, continua il segretario regionale ad oggi Commissario del PD di Sulmona.

‘Il Partito Democratico non sarà la causa della fine dell’attuale amministrazione di centrosinistra a Sulmona e nessuno firmerà le dimissioni. Chiunque tra gli appartenenti al Partito Democratico deciderà di firmare le dimissioni e decreterà la fine dell’attuale amministrazione lo farà a titolo personale e ne risponderà direttamente al Partito con il quale è stato candidato e con il quale è stato eletto. La proposta di giunta fatta al Sindaco Ranalli è l’unica proposta alla quale i consiglieri del Pd sono invitati ad attenersi’, conclude Rapino.

Centro Abruzzo: ‘Subito Tavolo di Vasta Area o Stati Generali’

L’ennesima ed infausta crisi del Comune di Sulmona, è un segnale per tutti, un Gong che con le sue gravi vibrazioni e che denuncia a tutto il territorio, in modo plastico, la cecità di fondo che attanaglia non solo la Città di Ovidio, ovvero l’insistenza a chiudersi ed esporsi a localismi tribali, ai campanilismi che ci consumano e che approfondiscono e incancreniscono il solco tra la Costa e l’Appennino. Solo creando una massa critica – capace di fronteggiare i continui e diversificati attacchi che giungono quotidianamente su tutti i fronti, dall’Ambiente, alla Sanità, dai Trasporti e Mobilità, dall’Agroalimentare e la Scuola, al Turismo e alla Sicurezza del territorio nel senso sia di presidi che di organizzazione generale – potremmo salvarci. In questa fase ancor di più urge organizzarsi insieme una buona volta – senza cincischiare sulla pelle dei cittadini che ne pagano le conseguenze drammatiche in termini di tasse e mancanza di servizi – e discutere una possibile Visione da condividere con le necessarie azioni da mettere in campo, spogliandosi dei singoli egoismi amministrativi e territoriali che non hanno né respiro, né speranze, e combinano solo guai. Una via d’uscita è, e rimane, l’indicazione e le riflessioni che andiamo studiando e ponendo a tutto il Centro Abruzzo, una politica strategica di Coesione Territoriale che stemperi i localismi, che aggreghi tutti i nostri centri con Sulmona Capofila, che sappia far tesoro delle agevolazioni che lo stato e la regione fra poco, prevedono dotandosi di progetti di vasta area che ci tengano nel solco delle Strategie Europee 2014/20. Sarebbe cecità pensare che ciascuno possa salvarsi per conto proprio, visti i venti che tirano. Non basta riverniciarsi o rattoppare ancora le pezze, lo strumento principe c’è ed è l’insediamento del Tavolo di Vasta Area del Centro Abruzzo (irrealizzato e previsto nel mandato anche del Sindaco di Sulmona), ed iniziativa deliberata da Popoli, con Pratola Peligna, Castel Di Sangro e Roccaraso (che si sono già pronunciati favorevolmente nei mesi scorsi) e quanti altri vorranno aderirvi essendosi resi coscienti che siamo, altrimenti, all’ultimo miglio della disgregazione totale. Solo così si darebbe uno sbocco di alto profilo strategico al possibile miglior futuro di tutti e sarebbe anche un atto di generosità e solidarietà con i cittadini sulmonesi che soffrono in primis le conseguenze di tutto ciò’, si legge in una nota di Ripensiamo il Territorio per il Centro Abruzzo.

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