L’Aquila, ‘Battaglia del Crocifisso’ in aula consiliare: opposizione sconcertata

L’Aquila. ‘Poco fa ero, insieme ad altri amici impegnati nella “battaglia del Crocifisso”, a sostegno della mozione di Roberto Tinari per affiggere di nuovo il Crocifisso nell’aula del consiglio comunale.

La questione non si dovrebbe nemmeno porre: stava nell’aula del consiglio prima del terremoto e come hanno rimesso i banchi e le sedie ce lo dovevano rimettere. Non so se se lo sono dimenticato o apposta non ce l’hanno messo, sta di fatto che ci dovrebbe stare.

La mozione è stata respinta, dopo una discussione consiliare che è andata a cacciarsi nei massimi sistemi, diventando vero scontro ideologico a tratti fumettistico’.

Lo afferma Roberto Jr Silveri, presidente del Club Forza Silvio L’Aquila.
‘Momento memorabile è stato quando Giuliano Di Nicola dell’Italia dei Valori (valori sempre piu sconosciuti) , che a ottobre aveva votato a favore, ha dichiarato che l’IdV avrebbe votato contro, tuonando “Qui sconfitta è la coscienza di tutti”.

Le ironie sul “cambio di vedute” si sono sprecate, insinuando che sia dovuto alla presenza di Cocciante in giunta. Memorabile Enrico Perilli che faceva la battuta “dovendo scegliere tra Gesù e Barabba, l’Italia dei valori ha scelto l’assessore Cocciante”.

L’illustre assessora (alla cultura?) Leone ha invocato “la laicità dello stato” richiamando “luoghi inclusivi” (immaginando che dove è presente il Crocifisso si compiano indicibili soprusi ai danni dei non cristiani) e partendo per la tangente con argomenti che non c’entravano nulla.

Gli “illustri aquilani”, i cui ritratti sono appesi ai muri (al contrario di un Illustre Nazareno), si univano al nostro sconcerto, e se le loro facce non fossero ferme da quattrocento anni si sarebbero messi a ridere.
A chi invocava la separazione tra comune e religione chiedo però: con quale faccia sfilerete alla Perdonanza (vero privilegio religioso nelle mani dell’amministrazione cittadina)? Forse è meglio se sfilerete in maschera, spacciandovi per figuranti’, conclude Silveri.

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