L’Aquila, zona franca e tasse, Cna chiede chiarezza

cna_logoL’Aquila. Zona franca urbana e dilazione delle tasse: occorre cambiare decisamente passo, se davvero si vuole promuovere la rinascita del territorio aquilano. Lo affermano, in una nota congiunta, i presidenti della Cna regionale, Italo Lupo, e della Cna aquilana, Giorgio Stringini, secondo i quali “la sensazione che si va diffondendo tra le forze imprenditoriali è che molti degli annunci fatti in questi mesi per il rilancio delle attività produttive, si trasformino a mano a mano in una progressiva “ritirata” dagli impegni assunti”.

E’ il caso della Zona franca urbana – affermano – che istituita dopo alcuni mesi dal sisma, e indicata dal sistema produttivo locale come leva essenziale per una ripresa delle attività, «sembra adesso fortemente ridimensionata dalle previsioni dell’articolo 43 del decreto anticrisi varato dal ministro Tremonti, che istituisce le “zone a burocrazia zero”.

A detta di Lupo e Stringini, che raccolgono le perplessità manifestate in queste settimane da diverse parti politiche, si tratta di un meccanismo che prevede, di fatto, la sostituzione dei benefici tipici delle “Zfu” (come il credito d’imposta o gli sgravi contributivi) con la concessione di contributi in conto capitale, oltretutto a beneficio esclusivo di nuove iniziative imprenditoriali. Una misura che appare meno adatta, in un’economia da ricostruire, ad assolvere funzioni di attrazione di nuovi investimenti e imprese, come invece la zona franca è in grado di garantire.

A detta dei due presidenti, occorre poi estendere ad altre categorie sociali – oltre i lavoratori autonomi e imprese con volume d’affari non superiore a 200mila euro – l’ulteriore dilazione nel pagamento di tasse e tributi arretrati, prossimi alla scadenza della moratoria decisa all’indomani del sisma: “La mobilitazione di tutto il mondo produttivo aquilano attorno a questo obiettivo, che resta quello di diluire in dieci anni la restituzione del 40% del valore dei tributi, come avvenuto nei casi analoghi di Marche e Umbria, è un valore importante. Ma la stessa tensione deve essere fatta propria delle principali istituzioni elettive – Regione, Provincia, Comune – in modo da garantire unità d’intenti nelle richieste al governo nazionale, in queste ore che saranno davvero decisive per un buon esito della battaglia”.

 

 

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