Scontrone, incontro con allevatori per l’orso bruno nell’Alto Sangro

InvitoOrsoScontrone08_07_2011Scontrone. L’Orso bruno nell’Alto Sangro, venerdì 8 a Scontrone nuovo incontro sul progetto LIFE Arctos; un confronto con allevatori, amministratori, agricoltori e cittadini per la  difesa dell’animale simbolo della regione. “L’orso bruno nell’Alto Sangro” questo il titolo del seminario di informazione che si terrà a Scontrone venerdì 8 luglio nell’ambito del progetto LIFE Arctos per la tutela e conservazione dell’Orso bruno, intervento finanziato dall’Unione Europea. Scontrone.

L’incontro avrà inizio alle ore 18 e si terrà presso la sala consiliare del Comune di Scontrone. L’iniziativa è finalizzata alla presentazione delle azioni previste dal progetto LIFE nell’area dell’Alto Sangro. Il seminario è stato organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale per stimolare in particolare la partecipazione di allevatori, agricoltori e cittadini che per varie ragioni hanno interagito con questa specie.
Ileana Schipani, sindaco del Comune di Scontrone, ha spiegato: “Ritengo questa iniziativa un’importante occasione per sensibilizzare all’importanza della tutela dell’orso e l’inizio di un confronto con le comunità del nostro territorio sui modi per realizzare la sua conservazione, un confronto che auspico essere aperto, diretto e continuo nel tempo. Credo con convinzione che i cittadini vogliano conoscere di più, essere informati e capire come contribuire, con l’adeguato supporto delle Istituzioni, alla sopravvivenza di questa pregiatissima specie. Il nostro comune e quelli limitrofi si trovano in una condizione particolare avendo gran parte del loro territorio nella fascia pre-parco. D’altro lato non siamo all’interno del Parco d’Abruzzo con quello che ne consegue dal punto di vista delle iniziative di promozione del territorio e della convivenza tra specie e attività umane. E’ urgente concordare una strategia per la corretta gestione di queste aree cuscinetto attorno al parco al fine di condividere i benefici della presenza di un’area protetta di tale rilevanza e delle specie simbolo della fauna appenninica alleviando i disagi che pure le comunità vivono”.

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