Sulmona, negoziante deve pagare suolo pubblico per lo scivolo disabili

Sulmona. La città di Ovidio, suo malgrado, è finita all’attenzione nazionale per un post pubblicato sulla popolare pagina facebook “Vorreiprendereiltreno”, che si occupa di sensibilizzare le persone sui temi della disabilità e delle barriere architettoniche.

 

“Legge e burocrazia non fanno sconti. Nemmeno nel nome del buon senso – si legge sulla pagina – Così, Anna Mancuso, titolare di una boutique nel centro storico di Sulmona, a dicembre sarà costretta a rimuovere lo scivolo che nel 2011 aveva fatto porre all’ingresso del suo negozio, a sostituzione del precedente. Nel frattempo, dal 2013 ha collezionato multe e cartelle esattoriali per non aver dichiarato e pagato l’occupazione del suolo pubblico. “Ho abbattuto le barriere architettoniche del mio negozio anche per dare un servizio alla città, ma tolgo tutto perché la spesa è insostenibile”.
“Tutto è iniziato nel 2011 quando ho ristrutturato il negozio e ho fatto sostituire il vecchio scivolo messo all’ingresso dal precedente titolare, il quale mi aveva assicurato che non c’era nulla da pagare”.

“In fondo, ho pensato, è giusto così: era un servizio che davo alle mie clienti e che era utile anche a me che al tempo avevo difficoltà motorie risolte poi con un intervento, ma che poteva dare lustro a Sulmona stessa, una città che nel 2018 è ancora piena di barriere architettoniche”.

E, invece, la mancata dichiarazione e il non pagamento di occupazione del suolo pubblico non perdonano. “Dal 2013 sono iniziate ad arrivare multe e cartelle esattoriali, anche per le due piante che a mie spese avevo messo all’ingresso, per abbellire sì la mia vetrina, ma soprattutto per abbellire il corso cittadino. Queste, ora, sono spese che non posso permettermi e per questo sono costretta a togliere tutto”, continua.

“Così io che per prima ho provato ad abbattere le barriere architettoniche della città sono costretta a fare un passo indietro, un paradosso”, conclude.

Un paradosso denunciato anche sulla pagina web di TGCOM24 che evidenzia come, nonostante la normativa sull’obbligo dell’eliminazione delle barriere architettoniche risalga al 1982 (con l’obbligo, per i Comuni, di redigere i PEBA – Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – piano di cui il Comune di Sulmona, almeno a quanto è dato sapere, non è dotato) molte amministrazioni si arrocchino su altre norme, come quella del pagamento del suolo pubblico o la non previsione delle rampe nel regolamento edilizio comunale, dissuadendo così i privati dall’eseguire opere che, oltre ad essere obbligatorie per legge, costituiscono anche un dovere di civiltà.

Speriamo che il caso sia solo frutto di un disguido e che il Comune di Sulmona, in tempi brevi, regolamenti il posizionamento di tali rampi esonerandolo dal pagamento dell’occupazione del suolo, anche se il caso della negoziante, a Sulmona, sembra non essere isolato, dato che ci arrivano segnalazioni di problemi anche per l’installazione di analoghe rampe addirittura presso una farmacia e in altri esercizi che, per tipologia, potrebbero, anzi dovrebbero, poter essere fruiti anche dalle persone con disabilità.

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