Sulmona, errore nella valutazione della maturità: il Tar le restituisce il 100

Sulmona. La commissione di esame di maturità sbaglia i calcoli di valutazione della studentessa scrivendo sul diploma 98/100 anziché 100/100.

La maturanda fa ricorso e il Tar le dà ragione.

L’incredibile vicenda è capitata ad una 18enne sulmonese, Flavia Autiero Celidonio, la quale quando si è accorta dell’errore di calcolo che era stato commesso dalla commissione sulla scheda di valutazione, ha portato il Ministero dell’istruzione davanti al Tar Abruzzo per farsi riconoscere il voto che le era stato assegnato.

E l’altro giorno, dopo aver ricalcolato la scheda, i giudici amministrativi hanno annullato i provvedimenti impugnati e hanno disposto la rettifica del voto finale. Il contenzioso tra la studentessa e il Ministero dell”Istruzione inizia al termine della sessione estiva dell’anno 2022, l’esame di stato conclusivo del corso di studi quadriennale di “scienze applicate” che ha frequentato presso l’Istituto superiore “E. Fermi” di Sulmona.

 

Con il ricorso ha chiesto l’annullamento – per eccesso di potere – del provvedimento con il quale la commissione di esame le ha attribuito il voto finale di 98/100, anziché 100/100, perché, per errore di calcolo nella sommatoria delle votazioni parziali della prova orale. Le è stato attribuito il voto di 23/25 anziché 25/25.

La scheda di valutazione del colloquio sostenuto dalla ricorrente riporta il punteggio assegnato per ciascuno dei cinque descrittori e dei corrispondenti indicatori della valutazione, rispettivamente 7, 6, 6, 3 e 3, la cui somma è pari a 25 e non a 23, come erroneamente riportato nella riga punteggio totale della prova”- scrivono i giudici nella sentenza- “il dato è oggettivo e, come detto, riconosciuto dal Ministero resistente, così come è incontestato che l’errore sul calcolo del voto del colloquio ha determinato, per derivazione l’errata attribuzione del punteggio finale”.
Il Tar ha quindi annullato gli atti impugnati dall’avvocato Giovanni Autiero Celidonio, padre della ricorrente, ha rettificato il punteggio finale e ha condannato il ministero dell’Istruzione al pagamento delle spese processuali fissate in 1.500 euro.

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