Sergio Mattarella a L’Aquila per la riapertura della chiesa delle Anime Sante

L’Aquila. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è arrivato a L’Aquila, per la riapertura, a quasi 10 anni dal sisma del 6 aprile del 2009, della chiesa delle Anime Sante.

 

Ad accogliere Mattarella una piazza piena con circa mille bambini, alcuni nati nel 2009, con i palloncini nero verdi, colori della città, ma anche del dolore e della speranza. Anche un fuori programma per il Capo dello Stato al cantiere del Duomo ancora in ricostruzione e che affaccia, come la Chiesa delle Anime Sante, sulla principale piazza aquilana.

“Il terremoto ha fatto scempio di vita e di memoria, ci ha insegnato la precarietà, ha messo a dura prova il tessuto economico ma, oggi, al centro, una vitalità inaspettata. I bambini qui non sono più figli del terremoto ma rappresentano la speranza”.

Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, con commozione, nel suo discorso davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita nel capoluogo abruzzese per la riapertura, a quasi 10 anni dal sisma del 6 aprile 2009, di uno dei simboli della città, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, anche detta delle Anime Sante, grazie ad un finanziamento congiunto dei Governi italiano e francese.

“L’Aquila fu colpita al cuore con 309 vittime e, tra principali monumenti simbolo della tragedia c’è Santa Maria del Suffragio. Distruzione – ha detto Biondi – ma anche rinascita.

Una terra che non vuole più piangere. Questi sono i figli di chi qui vuole crescere. E, oggi, andiamo a scrivere una delle più belle pagine di solidarietà a livello internazionale”, parlando del governo francese. “Per ogni pezzo che torna al suo posto c’è una finestra accesa, e ancora speranza”, ha concluso il sindaco dell’Aquila riferendosi ai lavori previsti per altri palazzi della città.

“Per noi è speciale ogni giorno in cui la città si riappropria di un palazzo o di una chiesa perché il terremoto, oltre a toglierci tanti cari e case, ha rischiato di toglierci la nostra identità: ogni volta che ci riappropriamo di un monumento è come se ci riprendessimo un pezzo della nostra identità di aquilani”. Lo ha detto il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, nel corso del suo intervento per l’inaugurazione della chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta anche delle Anime Sante, all’Aquila.

“Questa chiesa poi è più speciale delle altre – ha spiegato Lolli – : le Anime Sante ricordano un momento drammatico per la città, quando un altro devastante terremoto sconvolse L’Aquila nel 1703. Una chiesa che fu edificata certamente a ricordo delle moltissime vittime, ma anche come monito per le generazioni future. È come una macchina del tempo che ci ricorda che viviamo in un territorio bellissimo e straordinario, ma fragile, quindi lo dobbiamo guardare con un’attenzione particolare.

Purtroppo questi discorsi li facciamo sempre dopo una tragedia. Questa chiesa ci ricorda anche un’altra cosa: nel 1703 dopo quel terremoto ci fu un’altra particolarità, si cambiarono i colori della città che prima del sisma erano il rosso e il bianco, che ritroviamo nei monumenti come le 99 Cannelle o la basilica di S.Maria di Collemaggio, o anche i colori che prendono le rocce delle pareti del Gran Sasso. Colori che diventarono il nero per il lutto e per il ricordo di quello che ci era successo e ci può succedere e il verde per la speranza e la tenacia degli aquilani che non mollarono, si rimisero in piedi e ricostruirono la città, come gli aquilani di oggi che non molleranno e grazie al vostro aiuto andranno avanti”.

 

“Il messaggio, che oggi si innalza da questa piazza, è destinato a superare i confini della nostra città e testimonia che solo la fratellanza tra le nazioni consente di vincere le sfide, spesso drammatiche, che attraversano la nostra storia e apre, per il futuro, vie sicure di solidarietà, di giustizia e di pace”. Lo ha detto il cardinale, Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila, prima della riapertura della Chiesa di Santa Maria del Suffragio, anche detta delle Anime Sante, grazie ad un finanziamento congiunto dei Governi italiano e francese.

“Siamo partecipi di un evento importante – ha aggiunto – che rimarrà scritto a caratteri indelebili negli annali dell’Aquila.

Zone della città devastate e ‘occupate’ dallo ‘spettro’ del terremoto, con il suo potere di morte, sono state liberate e restituite alla vita. Così è stato dato ‘scacco matto’ al terribile sisma, che si è abbattuto su L’Aquila nel 2009: non solo ricostruendo dove ha prodotto rovine, ma traendo vantaggio proprio dai danni che esso ha arrecato. In tale dimensione l’inaugurazione di questa chiesa, diventata simbolo del terremoto, supera il semplice perimetro del recupero edilizio e rende l’evento segno profetico di una vittoria sulla furia distruttiva del sisma, aprendo importanti varchi di speranza nel futuro della città e nel suo sistema architettonico-urbanistico.

Ecco perché questa chiesa è un monumento alla tenacia e all’amore che sa risorgere: più forte di ogni spinta angosciante e disgregativa”.

“Purtroppo – ricorda il cardinale – il pensiero non può non andare alla cattedrale di san Massimo. Nonostante l’apprezzabile volontà di riscatto architettonico, espressa da vari soggetti pubblici, si vede – con dolore – che la ricostruzione del Duomo non è ancora partita. Tuttavia, recenti segnalazioni hanno alimentato l’attesa che i progetti di restauro vengano rapidamente messi in opera”.

“Anche a nome della Comunità ecclesiale aquilana – conclude – mi si consenta di esprimere una speciale riconoscenza agli amici francesi che con sollecitudine generosa hanno contribuito alla riapertura di questo edificio sacro”.

A quasi 10 anni dal sisma dell’Aquila del 6 aprile del 2009 è stata riconsegnata la Chiesa simbolo di Santa Maria del Suffragio, detta anche delle Anime Sante. A varcare la soglia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha visitato l’interno restaurato. Il lavoro più imponente ha riguardato la cupola completamente crollata per il sisma. Cupola che mantiene quella che i restauratori chiamano ‘la cicatrice’ è stato spiegato, che ricorda ciò che è successo.

Dopo l’inno francese e italiano, il presidente Mattarella si è soffermato nella cappella della memoria dinanzi alla pietra dove sono incisi i nomi delle vittime del sisma e poi ha sfogliato il libro che contiene le foto delle vittime, come segno di forte vicinanza da parte del Capo dello Stato, che è poi ripartito.

All’apertura del portone della Chiesa i circa mille bambini hanno lanciato in aria i palloncini nero verdi, colori della città e simbolo di ricordo e di speranza.

 

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