L’Aquila, due istrici uccisi per ‘salvare’ l’orto

L’Aquila. Due Istrici uccisi per salvaguardare l’orto. Queste le motivazioni rese note dai Carabinieri per la Tutela Forestale Abruzzo e Molise, Stazione di Bolsonaro, che nei giorni scorsi hanno denunciato un uomo accusato di avere ucciso i due animali la cui specie è protetta dalla legge.

Stante quanto comunicato dall’Arma, infatti, si era inteso così eliminare un danno alla coltivazione.

“Gli interventi fai da te in danno della fauna selvatica – ha dichiarato il CABS, l’associazione di volontari specializzati in antibracconaggio – sono purtroppo molto diffusi nel nostro paese. Gabbie e altre trappole per cinghiali, cappi metallici per conigli, fino alla caccia in tana, vengono attuati per prevenire danneggiamenti ai coltivi”.

Un intervento, quello fai da te, vietato dalla legge che prevede, peraltro, indennizzi monetari nel caso di danni alle colture. La persona ora denunciata dai Carabinieri dovrà rispondere dell’ipotesi di reato di cui all’articolo544 ter (maltrattamento) e 544 bis (uccisione di animali) del Codice Penale.

L’Istrice, roditore protetto dalla legge, è noto per i grandi aculei con i quali si protegge dall’attacco dei predatori. Negli ultimi anni questo animale sembra stare risentendo in maniera positiva dei cambiamenti climatici e ha così ampliato il suo areale fino al Parco del Ticino. Fino agli anni 70, invece, il “confine” nord era rappresentato dal fiume Arno.

Impostazioni privacy