Ispettorato del lavoro: raffica di controlli nel Fucino

L’Aquila. Sono giudicati positivi i risultati della task force voluta dall’Ispettato Nazionale del Lavoro per il contrasto allo sfruttamento nel mondo del lavoro nell’ambito del progetto “ALT Caporalato”, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con l’O.I.M. La task- force ha visto l’impegno, oltre che del personale ispettivo anche dei mediatori culturali messi a disposizione dall’Organizzazione Internazionale per la Migrazione.

 

Sono in tutto 67 le aziende ispezionate, per 443 lavoratori intervistati, di cui 396 extracomunitari. L’attività di vigilanza straordinaria, espletata nel pieno rispetto delle procedure ispettive, è stata eseguita da un nutrito corpo ispettivo, composto dagli ispettori dell’ITL di L’Aquila e degli ITL delle Province di Oristano, Perugia, Teramo e Roma, altamente qualificato e appositamente formato sulle ipotesi di violazioni amministrative/penali più volte denunciate dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali di settore, coadiuvato dal NIL di L’Aquila, dai carabinieri del Comando Tutela del lavoro di Roma e dal Comando Provinciale dei carabinieri di L’Aquila.

 

Dal 24 agosto al 5 settembre i controlli sono stati eseguiti sin dalle prime ore del mattino e anche di notte, presso i fondi agricoli destinati alla raccolta stagionale, in particolare finocchi, cavolfiore, insalata, sedano e patate. Gli illeciti riscontrati, per numerosi lavoratori, prevalentemente marocchini e pakistani, si riferiscono alla somministrazione illecita, distacco illecito, lavoro nero e diffuse violazioni in materia di orario di lavoro (mancati riposi, infedeli registrazioni, ferie).

 

Rivelate anche numerosissime ipotesi di rapporti di lavoro dichiarati, ma che tuttavia si svolgono con modalità e tempi diversi da quelli previsti dai CCNL applicati (c.d. lavoro grigio) con conseguente elusione degli obblighi contributivi e retributivi, nonché ipotesi di violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro per omesse visite mediche, omessi corsi di formazione e mancanza di DPI. Sospesa anche un’azienda agricola avente sede nel Sud Italia, per la presenza di due lavoratori irregolarmente occupati, un ucraino ed un russo, quest’ultimo clandestino da quattro anni. Non si escludono ulteriori ipotesi di irregolarità a seguito degli approfondimenti di competenza oggi ancora in corso

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