Gasdotto Sulmona-Foligno: circondario aquilano espropriato di oltre 6000 terreni

L’Aquila. Seimilacinquecentoquarantesette: è l’incredibile numero delle particelle catastali (corrispondenti ad altrettanti terreni) a L’Aquila e in altri 12 comuni del circondario che saranno espropriate o assoggettate a pesanti servitù a causa del progetto di Gasdotto Sulmona – Foligno della SNAM, che attraversa per 103 chilometri l’Abruzzo interno nelle aree classificate tra le più sismiche d’Italia.

Migliaia di cittadini e i loro terreni sono coinvolti nelle procedure di esproprio e/o assoggettamento a pesanti servitù di passaggio imposte a causa del contestatissimo progetto. Terreni che subiranno drammatici deprezzamenti, con divisioni, limitazioni d’uso ecc.
In particolare questi sono i numeri (desunti dall’avviso pubblicato sui giornali da parte di SNAM nei giorni scorsi e disponibile qui http://we.tl/yvhgRS3ehO) suddivisi per comune:
L’Aquila: 1.885
Montereale: 553
Cagnano: 402
Barete: 148
Pizzoli: 523
S. Demetrio: 476
Poggio Picenze: 307
Barisciano: 335
S. Pio delle Camere: 83
Navelli: 596
Prata d’Ansidonia: 766
Caporciano: 195
Collepietro: 278
A queste si aggiungono altre migliaia di particelle nell’area di Sulmona e Popoli, in Umbria e nelle Marche.

I Comitati Cittadini per l’Ambiente di Sulmona, che da anni seguono il progetto del gasdotto, con il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e Zona22, che stanno seguendo l’esperienza degli espropri dell’elettrodotto Terna nelle aree collinari del chietino e pescarese, ritengono che gli abruzzesi ormai sono trattati non come cittadini ma come meri servitori degli interessi di grandi potentati economici che mirano solo a grandi appalti e lavori pubblici e al business estero dell’energia.

Infatti il mercato del gas sta subendo un vero e proprio crollo da anni in Italia e le infrastrutture esistenti consentono di soddisfare largamente le esigenze nazionali. Nel frattempo è unanime, anche a causa dei drammatici cambiamenti climatici, la richiesta di uscire dall’economia fossile e puntare su rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica. Invece si vuole far pagare al territorio italiano e a quello abruzzese tutti i costi delle politiche delle lobby che vogliono lucrare sull’energia trattando il prezioso territorio della penisola, assieme ai suoi abitanti, alla stregua di una piattaforma logistica dove far transitare energia e materie prime da vendere all’estero!
I comitati e i movimenti lanciano un accorato appello agli amministratori locali affinché convochino immediatamente tutti i cittadini in assemblee pubbliche per informarli di cosa sta avvenendo e di come opporsi con successo a questa occupazione del territorio. Per l’elettrodotto Terna molti proprietari si sono accorti degli espropri e delle relative conseguenze solo al momento dell’avvio delle occupazioni sul campo e nonostante ciò in molti casi stanno resistendo. Gli enti locali dell’aquilano facciano la loro parte per bloccare l’opera e difendere gli interessi e, soprattutto, i diritti dei cittadini.

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