L’Aquila, attese di 12 ore in pronto soccorso: la denuncia dell’Associazione per i diritti del cittadino

L’Aquila. “Il pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila è diventato, più che un luogo di cura primaria, una sorta di parcheggio per i poveri utenti costretti, loro malgrado, a far ricorso alle cure mediche”.

A denunciarlo è l’Associazione per i diritti del cittadino, che ha inviato una nota al sindaco Massimo Cialente, al commissario ad acta per la sanità Gianni Chiodi e al direttore generale della Asl 1 Giancarlo Silveri.

L’ultimo episodio risale a ieri, spiega il presidente dell’associazione Fabrizio Ettorre, quando “decine e decine di pazienti abbiano dovuto attendere il loro turno anche per oltre dodici ore. C’erano, tra gli altri, anziani sulla sedia a rotelle che, entrati nel primo pomeriggio, ne sono usciti solo a notte inoltrata. Un altro anziano che doveva sottoporsi a visita per una sospetta lussazione a un piede è arrivato nel presidio alle 11 e a mezzanotte passata era ancora lì ad attendere il suo turno, così come un maresciallo della Guardia di Finanza. L’ira dei pazienti era palpabile, ma in molti hanno preferito la rassegnazione di fronte ad un’organizzazione gestionale che ieri ha messo a nudo tutti i suoi limiti”.

Da qui, l’invito alle istituzioni, “affinché deplorevoli e, secondo noi, ingiustificati casi di inadeguata sanità non abbiano più a ripetersi”.

In particolare al manager della Asl l’associazione chiede di verificare “se possa giustificarsi una così lunga lista di attesa invitandolo, di conseguenza, a prendere tutti gli opportuni provvedimenti affinché al paziente-utente che giunge al pronto soccorso possano essere garantiti rispetto e dignità, coì da non restare inchiodati in pronto soccorso per una moltitudine di ore”.

E, come se non bastasse, al danno si aggiunge la beffa: “per i cosiddetti codici bianchi o verdi” ricorda Ettorre “quelli cioè che non presuppongono un’urgenza di intervento, il cittadino deve pagare anche 35 euro”.

 

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