L’Aquila, trovata una parte della reliquia di Papa Wojtyla

L’Aquila. La gran parte del tessuto contenente il sangue di Papa Giovanni Paolo II è stata trovata nel garage di uno dei tre giovani denunciati ieri per il furto della reliquia.

Il frammento è stato ricostruito dal vescovo ausiliare dell’Aquila, Mons. Giovanni D’Ercole, secondo il quale mancano solo alcuni filamenti.
L’annuncio è stato dato dallo stesso Mons. D’Ercole nel corso di una conferenza stampa congiunta con la polizia e i carabinieri.
Il pezzetto di stoffa con il sangue di Papa Giovanni Paolo II è stato trafugato la settimana scorsa dal santuario di San Pietro della Ienca, alle falde del Gran Sasso, e gettato via dai ladri perché ritenuto privo di valore.
Le indagini sul furto sono state avviate domenica scorsa dai carabinieri, che il giorno successivo avevano anche impegnato circa 50 uomini alla ricerca della refurtiva nell’area del santuario.
Ieri mattina invece è stata la polizia a fermare i tre ladri e a ritrovare la parte metallica della reliquia e la croce.
Soddisfatto il Sostituto Procuratore David Mancini, titolare dell’inchiesta, il quale ha espresso viva soddisfazione per l’esito delle indagini, condotte in grande sinergia tra la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, perché “hanno fatto luce su un reato che ha colpito il sentimento più intimo dei cittadini, così legati alla memoria di papa Wojtyla. E’ la dimostrazione della grande attenzione verso il territorio che ha consentito di arrivare presto ai 3 giovani che si sono resi responsabili del furto, pensando di avere a che fare con un oggetto di grande valore economico, senza sapere che il pregio era sostanzialmente quello religioso. Quando si sono resi conto che il contenuto della teca non era oro e quindi non sarebbe stato smerciabile, se ne sono disfatti seppellendola insieme al crocefisso nella campagne adiacenti alla Basilica di Collemaggio. L’interesse di ragazzi era verosimilmente il filo d’oro nascosto oltre il vetro. L’angioletto dorato è stato invece ritrovato nella perquisizione condotta a casa di uno dei tre giovani. La reliquia, d’ora in poi, non perderà valore, ma anzi porterà con sé quello aggiunto dello sforzo compiuto dalle Istituzioni per restituirla alla comunità aquilana”.
I giovani sono stati molto collaborativi, ha tenuto a sottolineare il dirigente della Squadra Mobile Maurilio Grasso, “indicando subito il punto in cui avevano seppellito gli oggetti sacri sottratti. Ma si sono liberati della reliquia a Tempera, nell’area parcheggio di un MAP dove uno di loro abitava, dopo aver rotto il vetro che la conteneva. Le ricerche dei frammenti mancanti stanno proseguendo con la task force della Polizia Scientifica ed il cane molecolare, specializzati nella ricerca di tracce ematiche. L’idea di sottrarre il reliquiario si è consumata proprio perché uno di loro è elettricista ed aveva svolto dei lavori nell’area della chiesa, e collegandosi con il palo dell’Enel, è riuscito a fare luce all’interno ed ad impossessarsi degli oggetti. Poi si è allontanato con il complice, mentre il terzo li aspettava in auto ad Assergi. Si tratta di ragazzi che saltuariamente fanno uso di stupefacenti, e sono dediti a questi piccoli reati senza ulteriori particolari finalità criminose”.
Alla fine tutto si è concluso nel migliore dei modi. E, come ha detto in conclusione Mons. D’Ercole, “per i tre ragazzi il perdono di Giovanni Paolo II è sicuramente totale, come quello delle Autorità ecclesiastiche aquilane“.

Aggiornamento.

Dopo il ritrovamento degli ulteriori frammenti della reliquia di Papa Giovanni Paolo II, la squadra mobile ha recuperato oggi anche i filamenti di seta dorata che sostenevano, attraverso una cucitura, il sacro resto nella teca. Il rinvenimento e’ avvenuto nell’abitazione di uno dei tre indagati che risiede in un’abitazione del progetto ‘case’ nella frazione di Tempera. I filamenti sono stati trovati sotto un letto. A questo punto le indagini della squadra mobile possono considerarsi concluse.

 

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