Terremoto L’Aquila, inchiesta sugli appalti per gli spazzaneve: cinque indagati

spazzaneveL’Aquila. Nuova inchiesta della magistratura aquilana su presunte irregolarità nel post terremoto.

L’attenzione degli inquirenti è rivolta alla gara d’appalto, indetta dalla Provincia, relativa all’acquisto di undici mezzi spazzaneve ‘Unimog’ della Mercedes e sulla gestione che lo stesso ente aveva affidato a due società esterne che si occupano della pulizia delle strade innevate. I fatti risalgono al post sisma.

Gli indagati, che devono rispondere in concorso e a vario titolo di turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio, sono Francesco Fucetola, 63 anni, dell’Aquila, dirigente del settore viabilità e trasporti della Provincia; Giuseppe Fiaschetti, 53 anni, di Lucoli, geometra dello stesso settore dell’Ente; Piero Barbuscia, 61 anni, di Pescara, titolare della concessionaria che aveva venduto gli Unimog; Gaetano Specchio, 52 anni, dell’Aquila e Piera Serinaldi, 39 anni, di Roma, titolari di ditte specializzate nella pulizia del piano neve.

Stando alle indagini condotte dalla polizia giudiziaria del Compartimento della polstrada Abruzzo e Molise, l’appalto per gli spazzaneve sarebbe stato pilotato affinchè la gara fosse vinta da Barbuscia. La somma sborsata fu di un milione e mezzo di euro, la metà dei quali erogati dalla Provincia, l’altra dalla Protezione Civile. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i nuovi mezzi spazzaneve sulla carta lavoravano per conto della Provincia, ma in realtà erano a disposizione dell’Anas. I funzionari della Provincia sarebbero stati a conoscenza di questa circostanza, ma le ditte sono state sempre liquidate con 20 mila euro a stagione. L’inchiesta sarebbe nata da un controllo della Polstrada su un trasporto eccezionale di spazzaneve da demolire. I mezzi sarebbero stati dichiarati distrutti dal terremoto del 6 aprile 2009 a seguito del crollo del tetto dell’autoparco provinciale, ma in realtà quell’edificio non ebbe danni. Più in particolare, la Procura contesta a Fucetola e Fiaschetti di aver attestato, contrariamente al vero, attraverso la stesura di un documento della Provincia dell’Aquila del 4 maggio 2009 e inviato alla Regione Abruzzo, Settore Trasporti, il cedimento strutturale, a causa del sisma, del tetto dell’Autoparco che precipitando avrebbe danneggiato 4 mezzi sgombraneve, ottenendo indebitamente l’erogazione di un finanziamento.

Sempre a Fiaschetti, Fucetola e Barbuscia, l’accusa contesta l’aver redatto una determina dirigenziale per l’acquisto di nuovi mezzi al fine di favorire la concessionaria di Mercedes di Pescara, attestando falsamente che i mezzi a disposizione della Provincia dell’Aquila non erano più idonei allo scopo, in quanto danneggiati dal crollo del tetto dell’Autoparco, dove erano custoditi. Fucetola e Fiaschetti sono accusati inoltre di aver violato anche il codice dei contratti pubblici favorendo due società, la Specchio Srl e la Vivai della Molinella Snc, per l’affidamento “a corpo” di servizi sgombraneve/spargisale con un aggravio di spesa pubblica triplicata rispetto alle precedenti stagioni invernali, senza alcun giustificato motivo. La Serinali, uno dei coindagati nell’inchiesta, è accusata di falso e truffa, perchè avrebbe attestato falsamente l’impiego di un mezzo quando lo stesso secondo l’accusa era stato dato in appalto all’Anas, ottenendo un ingiusto vantaggio patrimoniale attraverso falsa dichiarazione all’Ente Provincia.

Per tutti, tranne che per Specchio, il pm ha chiesto la misura cautelare dell’applicazione della misura interdittiva dai luoghi di lavoro. Su questa istanza è atteso il pronunciamento del Gip.

Sono terminati poco fa gli interrogatori dei cinque indagati. Tutti quanti hanno deciso di rispondere alle domande del pm titolare dell’inchiesta, Antonietta Picardi e del Gip del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella. All’uscita dall’aula nessuno ha voluto fare dichiarazioni mentre il pm ha annunciato l’intenzione di sciogliere la riserva se insistere sulla misura custodiale dell’interdittiva dai luoghi di lavoro tra una settimana.

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