Gasdotto, il sindaco di Sulmona formalizza le dimissioni

Il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, ha formalizzato stamani le dimissioni davanti al segretario generale Francesca De Camillis, per protestare contro l’approvazione del progetto di realizzazione della centrale a compressione della Snam: come annunciato nei giorni scorsi il sindaco va avanti nella sua decisione di voler concludere il mandato se non sarà revocata la decisione del Governo.

 

Da oggi partono i venti giorni previsti per legge al termine dei quali le dimissioni, se non ritirate, saranno irrevocabili. Che la Casini sia decisa a fare sul serio lo dimostra la richiesta inoltrata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di ripensare quella decisione “scellerata” come è stata definita dallo stesso sindaco.

 

 

La prima cittadina ha chiesto al Premier di essere ricevuta a palazzo Chigi venerdì 29 dicembre: se il Governo confermerà la decisione il sindaco riconsegnerà la fascia tricolore direttamente nelle mani del primo ministro.

 

La Cgil prende posizione. La Cgil provinciale de L’Aquila contribuirà e parteciperà ovunque “le istituzioni, i comitati e la popolazione della Valle Peligna decideranno di manifestare la loro protesta e la loro indignazione per un provvedimento – la costruzione vicino Sulmona della centrale di combustione del gas della Snam, insieme al relativo gasdotto – che il Consiglio dei ministri ha deliberato nei giorni scorsi in questo lembo fragile e bellissimo dell’Abruzzo e della provincia aquilana”.

 

 

“Un’opera – si legge in una nota della Cgil – della cui localizzazione non ci convincono neppure le motivazioni contenute nella delibera governativa (si tiene in considerazione la rilevanza energetica e il carattere strategico dell’opera, necessaria per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici a livello italiano ed europeo) perché c’erano e ci sono altre soluzioni per garantire le forniture energetiche, altri tracciati dove far passare il metanodotto e altre zone dove costruire in assoluta sicurezza una centrale di combustione del gas”.

 

 

“Localizzazioni e tracciati – si prosegue nella nota – che il governo e la Snam non hanno voluto prendere in considerazione nonostante le proteste dell’intera comunità provinciale (non soltanto della Valle Peligna) per i rischi che impianti così impattanti e pericolosi possono causare in un territorio a forte rischio sismico e molto delicato dal punto di vista geologico e ambientale. Rischi che evidentemente non rappresentano una priorità per le autorità politiche e i manager dell’energia, che non hanno voluto considerare localizzazioni diverse per costruire la centrale e un nuovo tracciato per il metanodotto, in zone meno esposte ai rischi naturali”.

 

 

“Un grande errore dunque, per rimediare al quale restano ormai una manciata di ore. Il governo e la Snam devono riesaminare il progetto e devono farlo in fretta anche perché il Parlamento è in via di scioglimento e la vicenda sarebbe rimandata a un futuro nebuloso. La Cgil dunque era e resta accanto alla popolazione e alle istituzioni locali, in tutte le iniziative che vorranno mettere in campo per scongiurare un’eventualità davvero piena di rischi e di incognite”.

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