Avezzano, mazzette negli appalti pubblici: in manette imprenditori e politici

Con le accuse di corruzione e turbativa d’asta sono stati arrestati, stamani, nell’ambito di un’operazione di polizia denominata “Master List”, sette persone tra imprenditori e amministratori di Canistro, Avezzano e Campotosto, Casacanditella, Montorio al Vomano e Penne.

 

L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, firmata dal gip di Avezzano, riguarda un filone di una vicenda ben più ampia che coinvolge anche diversi politici abruzzesi. Il gip evidenzia, negli atti, scambi di favore e mazzette per alimentare meccanismi ben collaudati affinché si spartissero appalti in mezzo Abruzzo relativi a lavori di movimento terra e non solo.

 

Ai domiciliari sono finiti: Antonio Ruggeri (imprenditore di Avezzano), Sergio Giancaterino (imprenditore di Penne), Antonio Ranieri (dipendente del Comune di Campotosto), Paolo Di Pietro (ex vice sindaco al Comune di Canistro e attuale consigliere comunale), Giuseppe Venturini (consigliere del consorzio acquedottistico marsicano), Giuseppe D’Angelo (sindaco di Casacanditella), Emiliano Pompa (imprenditore Montorio).

 

L’indagine. L’inchiesta porta la firma dei sostituti procuratori Roberto Savelli e Maurizio Maria Cerrato e rappresenta un filone di una vicenda più ampia che coinvolge anche diversi politici abruzzesi. Il gip evidenzia favori e scambi di denaro. Mazzette per oliare meccanismi ben collaudati e soprattutto appalti da spartire in mezzo Abruzzo. A Canistro l’inchiesta riguarda i lavori di risanamento e consolidamento del cimitero, mentre a Campotosto la manutenzione dell’area di campeggio Capparella e della struttura adibita a centro velico denominata ‘casa dei pescatori’, oltre a interventi nell’ex discarica in località Reperduso. C’è anche il fronte delle aste pubbliche bandite dall’Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui il Comune di Casacanditella è capofila. In quest’ultimo caso al centro dei presunti illeciti ci sono i lavori di riassetto territoriale dell’area a rischio idrogeologico della località Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. A Capistrello, inoltre, il lavoro degli inquirenti ha riguardato la gara relativa ai lavori di manutenzione del depuratore eseguiti dal Cam. Le indagini poggiano prevalentemente su intercettazioni ambientali e sul sequestro di documentazione.

 

L’operazione “Master list”, che stamattina ha portato all’esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, nasce da precedenti filoni di inchiesta nella Marsica, sempre su presunti appalti e gare truccati e mazzette, che hanno coinvolto numerosi amministratori.

Nei filoni dei mesi scorsi è spuntato fuori il livello regionale: sono infatti indagati il consigliere e assessore regionale del Partito democratico Donato Di Matteo e il consigliere regionale della maggioranza di centrosinistra Lorenzo Berardinetti (Regione facile), che è anche sindaco di
Sante Marie.

I due, nel novembre 2016, sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per gli appalti legati al grande progetto relativo alla costruzione di un impianto sciistico che da Cappadocia collega Ovindoli e l’Altopiano delle Rocche.

In seguito alle dichiarazioni rese dall’imprenditore delle pubbliche illuminazioni Angelo Capogna, che ha rivelato agli inquirenti di avere versato tangenti a pubblici amministratori in vari comuni abruzzesi in cambio di aiuti per ottenere appalti, è indagata anche la senatrice aquilana del Pd Stefania
Pezzopane, a cui Capogna sostiene di aver finanziato una campagna elettorale negli anni scorsi. L’esponente del Pd ha rigettato ogni tipo di accusa.

Nel filone più corposo, che vede 36 indagati, le cui indagini si sono chiuse lo scorso maggio con le ipotesi di reato di turbativa d’asta e presunte tangenti, è spuntato anche il nome del deputato di alleanza popolare Filippo Piccone, ex forzista e primo cittadino di Celano, attuale vice sindaco, che sarebbe indagato per una delibera del 2011, quando era sindaco.

L’operazione che oggi ha portato agli arresti domiciliari 7 persone tra amministratori, tecnici ed imprenditori delle quattro province abruzzesi, si basa proprio sullo sviluppo dell’esame dei documenti, intercettazioni ambientali e telefoniche e perquisizioni legate ai precedenti filoni di inchiesta.

 

La lista delle ditte. Ad innescare, nonché a dare il nome all’inchiesta denominata “Master list”, è stata tra le altre cose una lista di ditte che, secondo l’accusa, si dovevano spartire numerosi appalti sia in provincia di L’Aquila sia nel resto della regione, lista contenuta in un’agenda sequestrata in una perquisizione all’imprenditore di Penne Sergio Giancaterino, ora ai domiciliari.

 

Per questo elemento, altri documenti e il materiale dei precedenti filoni, secondo la Procura della Repubblica di Avezzano e la squadra mobile, i destinatari odierni dei provvedimenti restrittivi sarebbero “inseriti in un collaudato sistema illecito, da cui è scaturito il nome dell’operazione, finalizzato ad influenzare appalti pubblici in diversi comuni della provincia di L’Aquila”.

 

 

Secondo le carte in possesso dell’accusa, il meccanismo più utilizzato da parte di amministratori, tecnici e funzionari coinvolti, era quello di rispondere alle gare con le ditte d’accordo con chi avrebbe dovuto vincere tra di loro stabilendo insieme il massimo ribasso. Naturalmente, l’obiettivo sarebbe stato quello di partecipare agli appalti e di far ruotare i vincitori. Da riscontri e intercettazioni sarebbe emersa l’intesa raggiunta tra gli indagati per la gara relativa alla sistemazione dell’edificio comunale del Comune di Canistro: in un appalto di circa 480mila euro, circa 20mila sarebbero stati distribuiti tra ditte partecipanti e amministratori attraverso contributi e consulenze. L’appalto – ritengono Procura della Repubblica di Avezzano e squadra mobile – non è poi andato a buon fine “per cause indipendenti dalla volontà degli indagati”.

 

Le indagini riguardano tra gli altri, a Campotosto (comune dell’Aquilano che ha subito il terremoto del Centro Italia 2016-2017 e di L’Aquila del 2009), l’appalto per la manutenzione dell’area di campeggio Capparella e della struttura adibita a centro velico “casa dei pescatori”, oltre a interventi nell’ex discarica in località Reperduso, le aste pubbliche bandite dall’Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui il Comune di Casacanditella è capofila: a tale proposito, al centro dell’inchiesta i lavori di riassetto territoriale dell’area a rischio idrogeologico della località Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. Ed ancora: a Capistrello, la gara relativa ai lavori di manutenzione del depuratore eseguiti dal Cam.

 

Un anno di intercettazioni. Gli investigatori, attraverso una vasta attività di intercettazioni telefoniche e ambientali durate un anno, hanno individuato quello che nel corso di una conferenza stampa in Procura, ad Avezzano, hanno definito ‘un cartello d’imprese’ facente capo ad un imprenditore di Pescara, Sergio Giancaterino, e ad un intermediario di Avezzano, Antonio Ruggeri, che avrebbero individuato una serie di ditte alle quali affidare i lavori, tutte segnate in un’agenda, una sorta di libro mastro, sequestrata dagli inquirenti.

 

 

Nell’ambito di una perquisizione in casa di uno degli indagati, la Polizia ha trovato ben nascosta anche una pen drive con una lista di ditte che, secondo l’accusa, avrebbero preso parte al disegno criminoso. Secondo Procura e investigatori, il metodo usato dagli indagati era quello di creare ‘nero utile al pagamento delle persone che poi avrebbero corrotto’. Nel corso delle indagini, inoltre, gli inquirenti hanno scoperto che gli arrestati usavano un’auto come ufficio nella quale si svolgevano riunioni e si decidevano le strategie da usare. Nell’ambito dell’inchiesta, iniziata nel 2015, sono coinvolte anche altre sei persone che nei prossimi giorni saranno ascoltate dagli investigatori. All’esito degli interrogatori si deciderà se e come procedere nei loro confronti.

 

 

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