Canistro, sindacalista della Santa Croce accusato di sequestro ai danni di Colella

Canistro. Nella tarda mattinata di ieri ( 17 luglio) si è svolta davanti al Giudice delle Indagini preliminari dr. Francesca Proietti l’udienza relativa al procedimento penale a carico di Maurizio Bisegna di Canistro, ex dipendente della Sorgente Santa Croce spa e Rappresentante Sindacale Aziendale.

‘Dopo Antonello Moscatelli (consigliere comunale del comune di Canistro) – già interrogato in Procura per presunte condotte illecite nell’ambito della manifestazione spontanea svoltasi il giorno 2 febbraio 2017davanti ai cancelli della Santa Croce – è, infatti, toccato al collega Bisegna doversi difendere dalle accuse mosse dall’imprenditore Camillo Colella.

Il Pubblico Ministero, dr. Roberto Savelli, aveva chiesto l’archiviazione dopo la denuncia del rappresentante legale della società con cui gli vengono attribuiti reati gravissimi correlati alle manifestazioni dell’ottobre-novembre 2016, dal sequestro di persona alla violenza privata, dalle minacce al reato di sabotaggio ai danni dell’azienda.

Ci si trovava in un momento particolarmente caldo della vertenza con la società, in quanto da settembre 2016 i lavoratori erano ormai in procinto di essere licenziati (come sarebbe successo di lì a poco) e non ricevevano più lo stipendio.

Gli stessi lamentavano l’impossibilità di avere un incontro con l’imprenditore per conoscere le sue reali intenzioni sul futuro della società e per rivendicare i loro diritti retributivi. Tagliato ogni canale di comunicazione da parte dell’imprenditore, i dipendenti organizzarono manifestazioni e sit-in davanti ai cancelli aziendali, e, in tale contesto – secondo i legali del Colella – si sarebbero consumati i delitti attribuiti al Bisegna.

I difensori di quest’ultimo, gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, in un’aula affollata dalla presenza solidale dei lavoratori della Santa Croce, rimasti in attesa dell’udienza per l’intera mattinata, hanno rappresentato al Giudice che “I fatti attribuiti all’indagato sono generici nonché privi di ogni riscontro e fondamento.

Oltre a contestare la legittimità processuale dell’opposizione alla richiesta di archiviazione del PM, i legali hanno osservato che non si trattò affatto di sequestro del Colella perché lo stesso, forse impaurito dalla presenza dei manifestanti nel piazzale antistante l’azienda, non uscì per sua scelta dalla stessa.

Né vi è stata alcuna violenza privata ai danni dell’imprenditore ovvero dei trasportatori, in quanto le proteste, seppure animate, si svolsero nei limiti della legalità e nel rispetto delle persone.

Il sabotaggio industriale, anche questo da escludere, non potrebbe mai configurarsi perché non ci fu danneggiamento dei macchinari dell’azienda e la produzione di quest’ultima era peraltro cessata dopo i noti fatti della revoca dell’aggiudicazione dell’ottobre 2015 e dell’annullamento del bando intervenuto con sentenza del TAR abruzzese nel gennaio 2016”’, si legge in una nota dei legali Salvatore Braghini e Renzo Lancia.

I due si dichiarano fiduciosi sulla conferma dell’archiviazione in quanto “nessun reato ovvero condotta illecita è attribuibile al Bisegna e agli altri lavoratori nel mentre si sono limitati ad esercitare il loro diritto a manifestare per la tutela dei propri diritti”.

Gli stessi aggiungono che “le querele e denunce non favoriscono certo un clima di dialogo per la soluzione delle diverse problematiche sul tappeto, tanto più che oltre a Bisegna anche altri lavoratori della Santa Croce ex riceveranno a breve una convocazione in Tribunale per i medesimi fatti contestati al collega sindacalista. Manifestare per i propri diritti non è un crimine!”.

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