Fondi Giovanardi: rito abbreviato per il Vescovo D’Ercole

giovanni_dercoleL’Aquila. Il vescovo ausiliare dell’Aquila, Mons. Giovanni D’Ercole, sarà giudicato con rito abbreviato per la tentata truffa con i fondi del sociale tramite la Fondazione Abruzzo Solidarietà e sviluppo, sodalizio vicino alla Curia.

E’ stato lo stesso prelato, accusato di rivelazione di segreto inerente al procedimento penale, a chiedere tramite gli avvocati di fiducia, il procedimento speciale prima dell’udienza preliminare nella quale cinque persone, a vario titolo, rispondono dei reati di truffa aggravata, falso ideologico, millantato credito, estorsione, peculato e, appunto, rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale. Oltre a monsignor Giovanni D’Ercole, 65 anni di Morino, vescovo ausiliare dell’Aquila, figurano nell’inchiesta Fabrizio Traversi, 62 anni romano direttore del sistema qualità di montagna del disciolto ente italiano della montagna, Gianfranco Cavaliere, 36 anni medico aquilano, Silvano Cappelli 41 anni, sindaco del Comune di San Demetrio nei Vestini, Nicola Ferrigni di 35 anni di Roma, sociologo, ricercatore Eurispes di Roma. Assente all’udienza di questa mattina solo Fabrizio Traversi.

In particolare, a D’Ercole il pm titolare dell’inchiesta ha contestato l’aver divulgato all’indagato Traversi l’esistenza dell’inchiesta, peraltro coperta da segreto istruttorio, nell’ambito della quale il presule era stato ascoltato quale persona informata dei fatti.

“Speravo che questo calvario finisse oggi” ha detto il vescovo all’uscita dall’aula “eravamo tutti pronti”. L’udienza, invece, è stata aggiornata al 24 aprile, quando verrà conferito ad un perito il compito di trascrivere le numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, utilizzate nell’ambito dell’inchiesta. Il pm Antonietta Picardi ha individuato quali parti offese i 50 comuni che rientrano nel cosiddetto “cratere” sismico. Oggi in aula a costituirsi parte civile è stato solo il Comune di Torre dei Passeri, mentre quello dell’Aquila si riserverà all’atto dell’eventuale rinvio a giudizio degli indagati.

 

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