L’Aquila, risarcimenti non dovuti per il sisma: scatta il sequestro dei beni

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 400.000 euro emesso dalla Procura. nei confronti dei responsabili di una società, operante nel settore della commercializzazione di autovetture nuove e usate, che ha percepito finanziamenti nazionali e comunitari stanziati a favore delle imprese danneggiate dagli eventi sismici del 2009.

 

La misura cautelare giunge al termine di complesse indagini avviate dai finanzieri del capoluogo abruzzese e successivamente sfociate in articolate indagini di Polizia Giudiziaria, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, volte a far luce sulle procedure di concessione dei contributi riconosciuti alla detta impresa dalla Regione Abruzzo (a valere sul bando POR-FESR Abruzzo 2007-2013 destinato agli interventi di riattivazione dell’attività produttiva delle imprese) e dal Comune di L’Aquila (a valere sull’OPCM 3789 del 2009) a titolo di indennizzo-contributo.

 

 

Le indagini hanno fatto emergere e gravi illeciti consistenti in artifici e raggiri commessi dagli indagati che, avvalendosi anche di perizie false, istruivano le domande di indennizzo-contributo dichiarando fatti non rispondenti al vero. Ciò consentiva agli indagati di fruire di indennizzi per un importo di circa 400mila euro.

 

Nello specifico, uno degli immobili destinati all’attività d’impresa, gravemente gravemente danneggiato dal sisma, non rientrava, in realtà, nel complesso aziendale della società, in quanto da questa concesso in locazione a terzi.

Gli indagati, inoltre, hanno violato il divieto di cumulo previsto dal Bando POR-FESR Abruzzo

2007-2013, in quanto richiedevano ed ottenevano un ulteriore contributo (ex O.P.C.M. 3790/2009) dal Comune dell’Aquila per la riparazione dell’immobile utilizzato per l’attività d’impresa danneggiato dal sisma che era stato già indennizzato dalla Regione Abruzzo, omettendo di comunicare tale circostanza all’Ente Comunale.

 

A tale Ente veniva inoltre comunicato un periodo di sospensione dell’attività d’impresa causato degli eventi sismici non corrispondente al vero.

Tali irregolarità, integrando gli estremi del reato di cui all’art. 640 bis c.p. (truffa ai danni dello Stato), portavano all’iscrizione nel registro degli indagati degli amministratori della società nonché al sequestro, nei loro confronti, della somma pari alla truffa perpetrata, pari a 400.000 euro circa.

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