Ortona dei Marsi, i tempi della giustizia: causa rinviata al 2014 per una 95enne

 GiustiziaQuando si dice “le lungaggini della giustizia italiana”. Quanto accaduto alla signora Cecilia Dell’Orco ne è un tipico esempio. La donna, originaria di Ortona dei Marsi, ex funzionaria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha 95 anni e, dopo una vita nella quale di cose belle e brutte ne ha viste anche troppe, si è vista trascinare in un processo civile senza fine.

Testimone della Prima e della Seconda Guerra mondiale, del passaggio dal Regno d’Italia alla Repubblica, e dei grandi cambiamenti della società per l’intero corso del secolo scorso, con una vita costellata di soddisfazioni familiari e lavorative, circa 10 anni fa ha dovuto iniziare un giudizio di risarcimento contro il condominio per alcune infiltrazioni di acqua.

Tutto ha inizio nel 2001quando, a seguito delle continue infiltrazioni di acqua piovana nel suo appartamento a Roma, la signora Cecilia, allora già ultraottantenne, è costretta a citare in giudizio davanti al Tribunale civile di Roma l’amministratore del condominio per essere risarcita dei danni. Da lì inizia il lungo calvario giudiziario e, tra rinvii di udienze, cambi di giudici ed avvocati e burocratismi processuali vari, trascorre 10 anni impelagata tra carte bollate.

Fino ad una settimana fa: la causa sembrava giungere alla fine, ma le sorprese non erano finite: la causa è stata inaspettatamente rinviata al 2014 per la precisazione delle conclusioni…quando la donna avrà 98 anni.

A questo punto la signora Cecilia ha deciso di chiedere allo Stato italiano, con ricorso alla Corte di Appello di Perugia patrocinato dagli avvocati Marco Angelozzi e Giacinto Canzona, del Foro di Tivoli, l’equo indennizzo per l’eccessiva durata del processo.

Per i cittadini che hanno cause pendenti da più di tre anni, infatti, è stato istituito un indirizzo email (infogiustizialumaca@libero.it) che fornisce consulenza gratuita su come ottenere un risarcimento per i processi lumaca, “perché” sostengono i legali “ritardare la giustizia equivale a negarla”.

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