Canistro, Santa Croce: sequestro per 20 milioni al patron Colella

Canistro. Sequestri per 20 milioni di euro a Camillo Colella, patron dell’acqua Santa Croce: nel mirino della finanza ancora la presunta evasione per 9 milioni di euro.

Nella mattinata odierna i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare reale pari a circa 20 milioni di euro, emessa dal Tribunale di L’Aquila nei confronti di, Camillo Colella, legale rappresentante della Santa Croce, azienda di rilievo nazionale nel settore della commercializzazione di acque.

Con il sequestro in trattazione viene ripristinata la misura cautelare, pari a circa 13 milioni, già eseguita, su richiesta della Procura della Repubblica di Avezzano, nei confronti del Colella lo scorso 4 novembre ma che, per meri vizi procedurali sollevati dalla difesa dell’indagato, il Tribunale del riesame dell’Aquila ha dichiarato inefficace il successivo 23 novembre.

Il locale Tribunale quindi, in accoglimento dell’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Avezzano, ha ripristinato l’originario vincolo cautelare disponendo, con apposita Ordinanza, il sequestro per un ammontare pari a 20 milioni comprensivo di sanzioni ed interessi nel frattempo maturati.

La misura cautelare appena ripristinata nei confronti dell’imprenditore trae origine da una complessa attività di polizia giudiziaria sviluppatasi attraverso articolate investigazioni economico-finanziarie svolte dai finanzieri del locale Nucleo di Polizia Tributaria e sfociate nell’autunno scorso nell’accertamento di rilevanti importi, per circa 9 milioni di euro, sottratti al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sui redditi (IRES, IRAP, RITENUTE ALLA FONTE) relative agli anni dal 2008 al 2013.

Con riferimento a tali omissioni il Colella è stato deferito all’Autorità giudiziari di Avezzano per vari reati e, sulla scorta di ulteriori approfondimenti investigativi, le attività d’indagine sono state estese all’accertamento di

tutte le posizioni debitorie della società nei confronti del Fisco, anche in considerazione delle risultanze di pregresse attività ispettive svolte nei suoi confronti da parte della Direzione Regionale Abruzzo e della Direzione Provinciale di L’Aquila dell’Agenzia delle Entrate.

Tale attività, eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila congiuntamente a personale dell’Agenzia delle Entrate, ha portato alla luce ulteriore materia imponibile che ha fatto lievitare le imposte dovute ma non versate a circa 13 milioni di euro. Importo, secondo le fiamme gialle, “sottratto al versamento delle imposte attraverso insidiose ed artificiose manovre di dissimulazione, prontamente intercettate e compiutamente ricostruite dai finanzieri”.

“Dette operazioni dissimulatorie”, prosegue la Finanza in una nota, “attentamente pianificate e puntualmente realizzate dall’indagato con il fine precipuo di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva promosse da Equitalia, consistevano principalmente nell’effettuazione di finanziamenti infragruppo infruttiferi per importi considerevoli”.

Le indagini hanno portato l’autorità giudiziaria di Avezzano a richiedere ed ottenere la misura cautelare già eseguita nel mese di novembre dello scorso anno ed ora, a seguito della decisione del locale Tribunale, definitivamente ripristinata.

LA REPLICA DI COLELLA: ‘Debiti ereditati da vecchia gestione, la società è solida’

“Ho ereditato debiti e tasse non pagate dalla vecchia gestione dello stabilimento dell’Acqua Santa Croce a Canistro, questa è una vicenda che nasce dalla dichiarazione Iva relativa al 2007, quando il proprietario era Faroni, fatta dal sottoscritto, diventato nuovo proprietario nel 2008.

Abbiamo fatto la dichiarazione Iva ma non abbiamo versato in una unica soluzione optando per la rateizzazione che è stata avviata”.

Così il patron della Santa Croce S.p.A. Camillo Colella, in merito al sequestro preventivo di circa 20 milioni di euro eseguito stamani dalla Guardia di Finanza dell’Aquila su disposizione del Tribunale del capoluogo per il mancato versamento di importi Iva e delle imposte sui redditi. 

“Attualmente è in corso anche l’iter per la rottamazione delle cartelle – continua Colella – Inoltre buona parte della somma è oggetto di contenzioso di fronte alla Commissione tributaria. Il sequestro era stato emesso lo scorso anno poi annullato dal Riesame.

È garantito dai beni del sottoscritto e non dalle risorse societarie come invece previsto in quello dello scorso anno annullato dal Riesame. Ora è stato riemesso: si tratta di un sequestro preventivo che garantisce in via provvisoria l’erario fino a quando non si estingue il debito. A quel punto verrà meno anche la responsabilità penale”.

Per Colella, “detto questo voglio sottolineare che la società è solida, tranquilla, operante e solvibile. Alla luce di tutto ciò continueremo la battaglia per vedere riconosciuti i nostri diritti rispetto a quanto stiamo subendo dalla Regione Abruzzo che ci ha messo illegittimamente i sigilli impedendoci anche di operare con la sorgente Fiuggino”.

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