Pratola, muore in Umbria rifiutato dagli ospedali abruzzesi

Pratola Peligna. In sette ospedali abruzzesi non è stato possibile eseguire l’intervento chirurgico perché pare non ci dosse a sufficienza.

Lorenzo Di Nino, 69 anni, di Pratola Peligna, colpito da aneurisma all’aorta nella sua abitazione, è morto a cinque ore dal malore, nel piazzale dell’ospedale di Terni, in Umbria, dove nel frattempo è arrivato. Ora la famiglia ha denunciato l’Asl, in attesa di sapere i risultati degli esami autoptici che dovrebbero essere noti in poco più di un mese. Intanto, a Pratola Peligna, nel santuario della Madonna della Libera, sono stati celebrati i funerali del 69enne ai quali hanno partecipato in tanti. Lorenzo Di Nono lascia i figli Cosimo e Laura, la moglie Livia e tantissimi dubbi sull’efficenza sanitaria in Abruzzo dopo i continui tagli alla sanità.

Ma la replica dell’Asl aquilana non si è fatta attedere. “All’ospedale di Sulmona al paziente è stata fatta immediatamente la diagnosi e, vita l’estrema gravità del caso, è stata contattata subito la cardiochirurgia di Chieti per disporre il trasferimento del malato al fine dell’intervento chirurgico: da parte nostra, dunque, è stato fatto tutto e in tempi rapidi, nel pieno rispetto del protocollo”

Così il Manager della Asl 1, Rinaldo Tordera, sul decesso di Lorenzo Di Nino, 69 anni di Pratola Peligna, avvenuto il 12 agosto scorso a Terni, in seguito ad aneurisma dell’aorta.

“Il paziente”, aggiunge Tordera, “appena giunto al pronto soccorso di Sulmona è stato tempestivamente sottoposto a diagnosi direttamente dal direttore della cardiologia, Ezio De Pratti, che ha rilevato una situazione gravissima, per la quale l’unica possibilità per tentare di salvare la vita era l’intervento chirurgico”.

“Pertanto, operando in tempi assai serrati e nel pieno rispetto della procedure”, prosegue Tordera, “in pochissimi minuti lo stesso direttore di cardiologia di Sulmona ha contattato la cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti che però, avendo in corso un intervento urgente, ha comunicato di poter essere operativa a partire dalle ore 15.00”.

“Nel frattempo, tuttavia, la piena mobilitazione dell’ospedale di Sulmona aveva consentito di trovare un posto in sala operatoria all’ospedale di Terni dove poi il paziente è stata trasferito. Condividendo appieno il dolore dei familiari per la dolorosa vicenda”, conclude il Manager Asl, “è tuttavia doveroso rimarcare che tutto il personale dell’ospedale di Sulmona coinvolto si è adoperato con tempestività e dedizione, facendo quanto era nelle sue possibilità, umane e professionali, per cercare di trovare una soluzione”

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