Terremoto L’Aquila, sismologi attaccano: “otto faglie attive e amministratori sottovalutano il rischio”

scoppito_convegno_sismologScoppito. In una sala gremita si è svolta nel weekend la conferenza organizzata dal movimento civico “SCOPPITO CRESCE”, coordinato da Giulio Cricchi, incentrata sulla tematica della prevenzione sismica, primo di una serie di appuntamenti volti a stabilire una comunicazione orizzontale tra esperti e popolazione locale, atti a fornire elementi informativi utili e proporre progetti praticabili inerenti  tematiche di attualità quali prevenzione sismica, smaltimento rifiuti, organizzazione della sanità.


I relatori della prima sessione, Gaetano De Luca (fisico sismologo, Responsabile rete sismica abruzzese CNT – INGV ) e Christian Del Pinto (geofisico sismologo vulcanologo ,Resp.Scientifico  Centro Funzionale DPC Molise) hanno denunciato l’inerzia degli amministratori locali totalmente disinteressati a politiche di prevenzione serie basate su programmi scientificamente validi, rendendo di fatto impossibile qualsiasi intervento efficace di mitigazione degli effetti distruttivi di un nuovo potenziale evento significativo.
De Luca ha dichiarato che la censura subita nel 1999, in seguito alla scoperta di un fattore di amplificazione 10 nella città di L’Aquila (ed in siti geologici con simili caratteristiche) che aumenta terribilmente la potenza distruttiva di un terremoto anche di medie proporzioni, nei fatti sussiste ancora oggi  in quanto le direttive per la ricostruzione non tengono conto di questo fondamentale parametro: “Si sta ricostruendo affinché tutto crolli di nuovo. Nessun politico locale ha inteso, né prima né dopo il 6 Aprile 2009, convocare il responsabile del monitoraggio regionale per valutare attentamente lo stato della situazione. Inoltre, attualmente, Roberto De Marco (membro dell’ex Gruppo Nazionale Difesa Terremoti e direttore dell’ex Servizio Sismico Nazionale ) censore degli studi di De Luca in base a cui si sarebbe potuta attuare una salvifica campagna di messa in sicurezza degli edifici, risulta  essere stato nominato tra i periti a favore di alcune vittime dei crolli avvenuti nel 2009”.
Il sismologo Del Pinto ha puntato il dito contro la classe dirigente locale per una mancata sinergia con quegli esperti che lavorano quotidianamente con il dato sismico, esclusi tra l’altro il 31 Marzo 2009 dalla riunione della Commissione Grandi Rischi, “a vantaggio di consulte con figure poco qualificate il cui apporto esula da qualsiasi rigore scientifico. Mistificatori che in Molise non hanno potuto attecchire grazie ad un intervento istituzionale del DPC locale che ha tempestivamente arginato con un comunicato ufficiale  il primo e ultimo tentativo di diffusione di allarmismi lanciati in base a non comprovate capacità previsionali. I terremoti, attualmente, non possono essere previsti. L’unica arma che abbiamo è la prevenzione: la conoscenza del territorio attraverso indagini dettagliate di microzonazione ,per valutare la risposta del terreno all’onda sismica, deve essere alla base di ogni campagna di mitigazione della vulnerabilità degli edifici tramite una messa in sicurezza  che non sia solo fittizia .In Molise la rete di monitoraggio locale è stata voluta dall’Istituzione, con delibera di Giunta Regionale n. 1467 del 20 settembre 2006. In Abruzzo, i politici non conoscono neanche l’esistenza di una rete sismica locale. Si deve tener conto che nei dintorni dell’Aquilano (dal Sirente a Campotosto)  persistono attualmente 8 faglie attive, alcune delle quali in grado di originare eventi di magnitudo anche più elevata di quanto accaduto il 6 Aprile 2009 e latenti da migliaia di anni. È inconcepibile pensare di aver svuotato una piscina che sappiamo potenzialmente contenere milioni di litri di acqua, dopo averne tirato fuori solo qualche bottiglia da un litro. Nell’attesa, gli amministratori continuano a latitare. I piani di emergenza comunali, qualora esistessero, chiusi in un cassetto”. Nel frattempo la terra continua a tremare: l’ultima scossa leggermente avvertita sabato pomeriggio con magnitudo 2.5 nel distretto sismico dei Monti Reatini.

 

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