Maxillo-facciale L’Aquila, boom di visite per prevenzione osteoporosi

L’Aquila. 48 donne con osteoporosi, visitate gratis in 5 giorni, per la prevenzione di patologie alle ossa mascellari legate all’uso di bifosfonati: è stata ottima la risposta di utenti, anche da fuori provincia e Regione, all’iniziativa del reparto maxillo facciale dell’ospedale di L’Aquila.

Ambulatori molto affollati e personale mobilitato, per accontentare un numero di donne ben superiore alle previsioni. Alla campagna di prevenzione a cui ha aderito il reparto maxillo facciale diretto dal prof. Tommaso Cutilli, che si è svolta nell’ambito dell’ ‘Open week -salute in rosa’, promosso da Onda a livello nazionale, hanno partecipato ancheutenti residenti nel Lazio.

Un’iniziativa di prevenzione che riguardava gli ospedali italiani accreditati con i bollini rosa, assegnati ai presidi che da anni si mettono in evidenza per la qualità dei servizi erogati sulle malattie delle donne. I controlli avevano lo scopo di prevenire il rischio di malattie che possono essere causate su donne affette da osteoporosi che, per curarsi dalla malattia, fanno uso di farmaci chiamati bifosfonati. Visite quanto mai opportune dal momento che, dal mini- campione preso in esame all’Aquila, è emerso che oltre la metà delle 48 donne (tra i 40 e i 60 anni) erano in terapia con bifosfonati.

Quest’ultimi, a seguito di estrazioni di denti o interventi di chirurgia ossea, possono provocare infatti danni seri alle ossa mascellari, fino alla necrosi. La visita di controllo compiuta durante l’Open week, servita a inquadrare in linea di massima le singole situazioni, sarà seguita già nelle prossime settimane da controlli più dettagliati nel reparto del San Salvatore. Ciò al fine di stabilire un percorso di approfondimento e monitoraggio delle utenti esaminate nei 5 giorni di ‘screening’: 9, 20, 23, 27 e 30 aprile scorsi. Lo staff medico era composto da Secondo Scarsella, Desiderio Di Fabio, Antonio Oliva ed Ettore Lupi, affiancato dal personale infermieristico.

“L’incidenza della osteonecrosi dei mascellari, curate con bifosfonati per la cura dell’osteoporosi, – sottolinea Cutilli – è relativamente bassa per farmaci assunti per bocca (3-5% ), mentre può raggiungere anche l’8%-10% per quelli assunti per via endovenosa. Quando c’è necrosi ci troviamo di fronte a lesioni che pongono notevoli difficoltà di controllo. L’osso si espone in modo irreversibile, si infettano i tessuti molli della bocca e nelle forme più gravi si possono verificare anche fratture patologiche della mandibola”.

Il reparto maxillo facciale di L’Aquila è dotato di strumenti tecnologici all’avanguardia tra cui il trapano ad ultrasuoni che esegue tagli tramite vibrazioni e quindi risulta molto meno invasivo del trapano convenzionale, evitando di danneggiare i tessuti molli. Si tratta di una moderna applicazione praticata anche nella chirurgia delle malformazioni facciali e per resezione di parti ossee attaccate dal tumore.

Intanto sabato prossimo all’Aquila, ci sarà un corso sulle osteonecrosi (osteoNecrosis of the jaws) promosso dalla C.A.O. nazionale (commissione albo odontoiatri degli ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), in collaborazione con la Società Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale e la Società Italiana di Patologia e Medicina Orale. L’incontro, in programma alle ore 8.30 nella sede didattica di Medicina all’Università, a Coppito, sarà moderato dallo stesso Cutilli e avrà lo scopo di approfondire tutti gli aspetti della patologia.

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