L’Aquila, trasformazione Parafarmacie: la replica di Sconci al senatore Piccone

parafarmaciaL’Aquila. Dopo l’annunciato emendamento alla manovra finanziaria, proposto dai senatori Filippo Piccone e Paolo Tancredi, che vorrebbe trasformare le Parafarmacie in Farmacie, con conseguente raccolta di un miliardo di euro da destinare alla ricostruzione de L’Aquila, il presidente dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata, Vittorio Sconci chiarisce in una nota le possibili conseguenze di tale disposizione.

“La via per ottenere la somma in questione” spiega Sconci “sarebbe quella di far pagare 300mila euro ai titolari di parafarmacie, purché laureati in farmacia ed iscritti al relativo albo professionale,  in cambio della trasformazione in deroga a tutte le disposizioni di cui alle leggi vigenti in materia. Il tutto, oltre ad aiutare L’Aquila, sarebbe in linea, come affermano i Senatori, con la politica del Governo che prevede lotta alle lobby, meritocrazia, sviluppo, occupazione e liberalizzazioni. Purtroppo il problema non è di così semplice soluzione e, soprattutto non è analizzato nella sua interezza”.

Sconci precisa, innanzitutto, che l’emendamento “non prevede una specificità per l’Abruzzo o per L’aquila ma è valido erga omnes come tutte le leggi di questo Paese. Quindi, come peraltro naturale, nessuna specificità per l’Aquila e per il suo cratere”.

A questo si aggiungono poi altre riflessioni di carattere generale.

“La farmacia” spiega “è un servizio sanitario ubicato sul territorio che non può e non deve rispondere a considerazioni di carattere meramente economico o di mercato. Il perché è subito spiegato, da ultimo dalla Corte di Giustizia Europea: ancora una volta la tutela di un interesse fondamentale come la salute pubblica è da considerarsi superiore rispetto al pur riconosciuto contrasto con la normativa comunitaria di una norma nazionale che preveda una preventiva autorizzazione e il rispetto di alcuni requisiti”.

Inoltre, “Le regole del libero mercato, come sostengono i giudici europei, potrebbero non essere sufficienti a garantire e tutelare il diritto alla salute, considerato fondamentale per ciascun cittadino UE. Infatti, il sistema contingentato di apertura delle farmacie deve servire ad evitare che alcune aree territoriali di un Paese possano risultare scoperte di un servizio (quello farmaceutico) che integra il diritto alla salute. Conseguentemente, continuano i giudici, fasce deboli della popolazione (anziani e malati) avrebbero notevoli difficoltà ad ottenere farmaci, qualora le mere leve del mercato spingessero all’attivazione di sedi farmaceutiche, che potrebbero essere aperte solo in zone con alta densità di popolazione, lasciando così scoperte zone disagiate o meno popolose”.

 

 

 

Impostazioni privacy