AIW replica al Parco d’Abruzzo: ‘2015 per l’orso, fallimento mascherato da successo’

Pescasseroli. ‘Un fallimento trasformato, come al solito, in un successo: una pratica ormai consuetudinaria ad ogni nuovo anno che passa. Ci si riferisce al recente comunicato diffuso alla stampa dal Parco Nazionale d’Abruzzo sulla situazione dell’Orso marsicano ad inizio dicembre, esaltativo sulla nascita di 6 cuccioli nel 2015.

Come se 6 cuccioli di nuovi nati fossero un successo, quando nel 1970 i cuccioli stimati erano stati 22 e, per non esagerare nella critica, 11 nel solo vicino e più accurato calcolo del 2014. E, si noti bene, 6 cuccioli dei quali uno in cattività (l’ormai famosa “Morena”) e la cui liberazione si spera possa essere fatta con successo nella primavera prossima (sebbene il Parco l’abbia annunciata imminente e quindi in piena stagione invernale, ovvero ad alto rischio di mortalità per fame, inedia o anche uccisione da parte di maschi e lupi o anche cani)’.

La critica alla comunicazione del Parco arriva da Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness e studioso sul campo dell’orso marsicano.

‘Ora, si deve sapere che la biologia insegna che di 6 cuccioli neonati, è già una fortuna se 2/3 diventeranno adulti (non per nulla nello stesso comunicato del Parco si è tenuto a precisare che dei 6 orsetti, “a settembre 4 sono stati osservati ancora” VIVI).

Ai morti del 2015 il comunicato non fa cenno. Sebbene ve ne sia stata almeno uno con certezza ed un secondo dubbio (la madre del cucciolo ora in cattività). E poi, e comunque, sarebbe anche normale pensare che almeno un orso sia morto di vecchiaia o per motivi naturali. Risultato: una situazione che se non in declino, se proprio si vuole essere ottimisti, è da ritenersi stabilmente negativa’, insiste Zunino.

‘Eppure i siti Internet ed i giornali hanno annunciato con successo la presenza di 60-70 orsi! Un numero che scaturisce dalla confusione fatta con i dati diffusi dalle autorità, dove anziché dare il numero complessivo della popolazione stimata dopo il censimento di fine anno, fatto con l’impego di ben 135 collaboratori (il che presuppone una verifica molto accurata e quindi molto veritiera), hanno dato quello dell’avvistamento 64 volte di femmine con un totale di 5 cuccioli. 64 volte; potevano dire anche 300 o 3.000, non cambiava nulla: sempre 3 orse e 5 piccoli erano.

Per non dire del dato cumulativo dei 70 cuccioli nati dal 2006, come se tutti questi piccoli fossero poi divenuti adulti, quando in realtà almeno la metà non lo è mai divenuta, il che, spalmati negli anni, si ha una media di 7 cuccioli ad anno (che, considerata l’alta mortalità, fa scendere questo numero a circa 3 come massimo): Un fallimento’, tuona ancora il segretario AIW.

‘Non sono questi i dati da dare all’opinione pubblica se non la si vuole ingannare. Invece, silenzio sulla “conta cumulativa” (così l’hanno definita: come se un conteggio non fosse sempre cumulativo), ovvero sugli orsi complessivamente stimati ancora vivi al dicembre 2015.

In ogni modo, il solito conteggio dei vivi ai quali sottrarre i morti: l’unica cosa in cui sono campioni (ed impegnati) i nostri studiosi sostenuti finanziariamente dai lauti progetti Life per ricerche mai concluse, ed ormai trasformatesi in una vera e propria professione; per di più con un metodo antico quanto è antico il Parco, visto che risale al senso pratico dell’epoca di Benedetto Croce ed Erminio Sipari (solo che all’epoca non le definivano “tecniche di rilevazione” o “sessioni di avvistamento simultanea”, “sessioni mirate e casuali e video trappole”), ovvero, agli anni 20/30 del secolo scorso, quando non si usava né DNA né radiocollari né satelliti… né i milioni (si dice oltre 10) di Euro dei progetti Life. Una costosa metodologia equivalente alla scoperta dell’acqua calda.

Unico “successo” quasi certo di questo fine 2015 potrà essere l’essere riusciti a fare in modo che un allevatore (almeno per quanto reso noto da notizie corse nel web) chiuda baracca e burattini, con un danno non indifferente all’apporto di proteine carnee ad orsi e lupi, ora sempre più affamati ed a rischio di divenire vittime inconsapevoli di una faida tra uomini.

Avranno “debellato” il rischio tubercolosi prima che il rischio si presentasse (benché da alcuni conclamato e da altri – le autorità – negato); come aver vinto una guerra prima che si sia fatta! Di questo passo, perché non vietare il sorvolo della zona PATOM per evitare il rischio – assurdo ma ipotizzabile sulla base di tanti eventi verificatisi – di una caduta di aerei su qualche orso?

Ridicolo poi il fatto che si sia “confermato sostanzialmente che la riduzione della mortalità resta uno degli obiettivi prioritari per la conservazione della specie”, dichiarazione del Presidente del Parco in stretto ed ovvio (visto la sua provenienza professionale), politichese.

Ovvero, tradotto: per fare crescere una popolazione (animale o umana) bisogna evitare il più possibile la morte di individui!!! Come dire che per vincere una guerra bisogna annientare l’esercito avversario! L’ovvietà trasformata in scienza ed in alta dichiarazione di competenza.

Lo scorso anno si parlava ottimisticamente di circa 50 orsi (ma erano molti a stimarne un numero molto inferiore): e quest’anno? Si attendono comunicati, che non ci parlino solo delle fallimentari nascite, che sono state inferiori del 45,5% dallo scorso anno e del 72,7% dal 1970.

Buon Natale ed auguri a te piccola “Morena”, ed un… non in bocca al lupo (perché è plausibile pensare che anche i lupi predino gli orsacchiotti: e di lupi anche in Abruzzo ce ne sono certamente più del fabbisogno)’, conclude sarcasticamente Zunino.

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