Terremoto L’Aquila, filone commissione grandi rischi: a processo Guido Bertolaso

L’Aquila. Il Gup del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo plurimo, l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

 

Quella discussa oggi in sede di udienza preliminare, fa parte di un procedimento satellite riguardante il filone principale sulla Commissione Grandi rischi che ora si trova in Cassazione e che verra’ discussa il 19 novembre, ovvero il giorno prima in cui Bertolaso dovra’ comparire dinanzi il Tribunale dell’Aquila come imputato. Bertolaso e’ accusato di essere stato il presunto ispiratore della riunione della Commissione del 31 marzo 2009 durante la quale sarebbe promanato il messaggio rassicurante relativo all’improbabilita’ di un forte terremoto, evento che poi si verifico’ il 6 aprile provocando 309 morti e numerosi feriti.

 

 

La Procura generale aveva avocato il procedimento su richiesta delle parti civili.

Secondo l’avvocato generale Romolo Como e il sostituto Domenico Castellani l’accusa verso Bertolaso sarebbe consistita “Nell’intento di contrastare comunque pretesi allarmismi per la previsione di un grave evento sismico e di correggere, perche’ esageratamente ottimista, un comunicato diffuso dalla Protezione civile della Regione nel senso che non erano piu’ previste scosse di alcun genere, cosa da non dire in quanto si sarebbe rilevata un boomerang in caso di altre scosse. Bertolaso convocava di sua iniziativa una riunione della commissione per mettere a tacere le voci allarmistiche e rassicurare la popolazione”.

 

 

Nel mirino la telefonata con l’ex assessore regionale alla protezione civile Daniela Stati, scagionata. Per l’accusa Bertolaso avrebbe “Preannunciato detta riunione come operazione mediatica per rassicurare la popolazione e anticipando la tesi dell’assenza di pericolo grazie al positivo scarico di energia. Inducendo in tal modo anche gli scienziati partecipanti alla riunione a indirizzare l’esame della questione sulla primaria necessita’ di evitare allarmismi tra la popolazione e a valutare con superficialita’ il reale rischio di grave evento sismico nonche’ i rappresentanti politici locali e gli organi di informazione a rassicurare i cittadini sulla inesistente o bassa probabilita’ di un forte terremoto”. Sempre secondo l’accusa “per effetto di queste condotte le vittime si erano convinte a restare in casa superando il timore e abbandonando le precauzioni in vista di un evento piu’ grave dopo le numerose e crescenti scosse di terremoto e rimasero coinvolte nel crollo dei rispettivi edifici”.

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