Allarme dell’Ospedale dell’Aquila: bullismo e liti familiari causano mal di testa nei ragazzi

L’Aquila. Il bullismo a scuola e sui social network, insieme alle continue liti tra genitori, lavora come un maglio sulla mente di adolescenti (12-15 anni) facendo insorgere mal di testa (cronici e non) che mandano in pezzi il rendimento scolastico, minano il sonno e alterano seriamente l’equilibrio psicofisico.

Un fenomeno allarmante e in continuo aumento che emerge dall’unico ambulatorio in Abruzzo dedicato alla cefalee dell’età evolutiva (0-18 anni) – situato all’ospedale San Salvatore di L’Aquila e diretto dalla prof.ssa Elisabetta Tozzi – che fa capo al centro regionale di riferimento della disciplina guidato dal prof. Antonio Carolei.

I soprusi consumati tra alunni nelle aule didattiche e i conflitti tra padre e madre sono l’esplosivo cocktail che il centro emicranie in età pre-adulta di L’Aquila ha rilevato in circa il 20% dei circa 800 pazienti visitati ogni anno.

480 arrivano da regioni limitrofe, a cominciare dal Lazio (Cassino e Frusinate in particolare) dove non vi sono servizi organizzati sul territorio. Nel corso degli anni il centro-cefalee di L’Aquila, che ha una lunga esperienza nel settore, ha attirato nella sua orbita anche Marche e Puglia, grazie anche alla presenza del pronto soccorso pediatrico del San Salvatore, anch’esso unico in Abruzzo, che consente di trattare le urgenze del mal di testa.

L’altra fascia d’età, più frequentemente colpita da questa patologia, è quella tra i 5-7 anni. Cefalee, croniche (15 giorni al mese) o intermittenti che vengono trattate in modo diverso, a seconda dei casi. C’è un colloquio con psicologi, a cui può seguire trattamento con farmaci, oppure la terapia cognitivo- comportamentale che consiste in specifiche tecniche di rilassamento su muscoli di testa e collo. Metodica attuata con l’ausilio di tecnologie computerizzate che trasmettono al piccolo paziente l’idea una dimensione giocosa dell’atto terapeutico.

Le terapie si avvalgono, in determinati casi, di consulenze del reparto maxillo-facciale poiché le cefalee provocano la tensione dei muscoli interessati che si manifesta spesso nel serrare i denti durante il sonno. I trattamenti adottati consentono di contrastare il disturbo del dolore di testa, migliorando notevolmente (nell’arco di 2 anni) una patologia che, nonostante gli accorgimenti sanitari adottati, difficilmente sparisce del tutto.

Tuttavia, nella quasi totalità dei casi, i pazienti non adulti si riappropriano di una migliore qualità di vita, migliorano il rendimento scolastico e il rapporto all’interno della famiglia (se non è del tutto sfilacciato dalle incomprensioni tra mamma e papà o, peggio, dalla separazione). Dopo la prima visita, gli accertamenti e l’impostazione delle cura, i pazienti vengono seguiti con più visite di controllo durante l’anno.

“Oltreché di queste patologie neurologiche”, afferma la prof.ssa Tozzi, “ci occupiamo di malformazioni cerebrali che incidono nella misura del 6% e di tumori al cervello che per fortuna hanno una bassa incidenza, 3-4 casi l’anno ma che purtroppo sono in aumento”

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