Avezzano, la Guardia di Finanza tira le somme dell’anno appena passato

finanzaAvezzano. Più di 150 verifiche fiscali e 167 controlli  eseguiti nel 2009 per un totale di oltre 49 milioni di euro sottratti al fisco ed un’evasione di 12 milioni di Iva.

È questo il bilancio del comando provinciale della Guardia di finanza dell’Aquila che ha reso noto i dati questa mattina nella sede delle Fiamme gialle di Avezzano alla presenza del comandante provinciale Antonio De Nisi, del comandante del nucleo di polizia tributaria, tenente colonnello Leonardo Matera, dei comandanti delle compagnie dell’Aquila Alessandro Mezzacappa, di Avezzano, Diego Morelli, e di Sulmona Edgar Pace.

Lotta al sommerso. L’attività investigativa ha portato a stanare 26 evasori totali, totalmente sconosciuti al fisco, e 6 evasori paratotali, ai quali viene addebitata un’evasione superiore alla metà dei redditi dichiarati. È stata, inoltre, recuperata Iva per 7milioni ed una base imponibile per oltre 33milioni.

Frodi comunitarie. Nell’anno 2009 è stato segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti un danno erariale di 5.600.000 euro per irregolarità riguardanti la gestione di una società in house providing con l’individuazione della responsabilità amministrativa nei confronti di undici pubblici ufficiali e dipendenti.

Finanziamenti pubblici. Riguardo all’assegnazione dei contributi previsti dai Documenti Unici di Programmazione (Docup) 2000-2006, è stato accertato un danno alla Regione Abruzzo per 1.250.000 euro, che ha portato alla denuncia di 35 persone.

Post sisma. Per quanto riguarda l’attività legata al terremoto dell’Aquila, le Fiamme gialle hanno svolto attività di soccorso, servizi antisciacallaggio, tutela del patrimonio artistico, rilevamento e controllo dei prezzi contro le speculazioni.

Attività investigativa. Grazie alle intercettazioni telefoniche ed all’esame della documentazione contabile e bancaria, è stato possibile accertare il reimpiego di circa due milioni di euro provenienti dal patrimonio finanziario riconducibile a Vito Ciancimino, tesoriere di alcuni clan di Cosa Nostra. Si tratta della famosa operazione “Alba d’Oro”, una società di Tagliacozzo che, secondo l’accusa, aveva utilizzato quei soldi per realizzare un complesso turistico con ristorante, piscina, campi da tennis, da calcetto e terreni. Un’operazione che si è conclusa con l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell’amministratore delegato e dei due soci di Alba D’oro srl e con il sequestro preventivo di beni e quote societarie pari a due milioni e mezzo di euro.

Marina Serra

 

 

Impostazioni privacy