Paolo De Cesare: ‘Stiamo perdendo anche l’archivio notarile a causa dell’ormai consueto immobilismo da parte dell’amministrazione comunale di Chieti’

Chieti. Paolo De Cesare stimmatizza la situazione attuale dell’archivio notarile che “rischia la chiusura, configurando la malaugurata possibilità di privare l’intero territorio di un punto di riferimento storico documentale autorevolissimo, di una istituzione che affonda le proprie radici sin dal 1800 – la più longeva di tutta la Regione – e svolge una funzione importantissima, in quanto contiene tutti gli atti stipulati nella provincia.

Una struttura passata da undici unità lavorative ad una sola, la responsabile, la Dott.ssa Chiara Di Natale, con la quale sono in contatto ed ho approfondito questa situazione paradossale che si è venuta a creare.

È stata già avviata dalla stessa responsabile – precisa De Cesare – la procedura di mobilità per una dipendente del Comune di Chieti la quale ha dato la propria disponibilità, purtroppo l’ente non ancora formalizza il proprio assenso con quello che tecnicamente viene chiamato nullaosta di comando.

Questa situazione preoccupa, e non poco, anche il Presidente del Distretto Notarile di Lanciano, Chieti e Vasto, Giuseppe Tragnone, con cui mi sono relazionato, il quale ha auspicato la risoluzione immediata e concreta della problematica, dal momento che una struttura funzionante potrebbe essere utile anche per l’intera provincia pescarese in quanto la stessa attualmente fa riferimento all’archivio di Teramo.

A questo punto è doveroso – chiosa De Cesare – che il Comune intervenga subitamente per scongiurare il peggio. Rivolgo tale energico invito, affinchè si possa concludere un iter formale già avviato e non si continui con il solito immobilismo, atteggiamento questo che ha già fatto si la Città perdesse la Banca d’Italia, il 123º reggimento fanteria, l’ospedale militare, la sede regionale dell’Ex Arpa (ora Tua), l’agenzia delle dogane ed i monopoli di Stato, oltre a subire il depotenziamento della sede Regionale della Soprintendenza per i beni archeologici.”

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