Comitato ristretto, Ferrara: ‘Incassiamo il dietrofront della Asl Chieti su Geriatria, attingeranno unità dalle Medicine’

“Ieri l’assenza in Consiglio sulla sanità, ma oggi per l’ospedale il manager tira fuori un piano di riordino da 60 milioni: lo valuteremo con la Regione quando saranno certi fattibilità, fondi e tempi”

Chieti. “Apprendiamo dalla seduta del Comitato ristretto dei sindaci odierno che la Asl, a fronte di una riunione tenutasi oggi stesso, tornerà indietro sulla scelta di chiudere Geriatria, mutuando personale dalla Medicina e consulenze specialistiche esterne al reparto, per dare manforte al Pronto Soccorso dell’ospedale clinicizzato teatino, questo fino al 15 settembre, in modo da coprire le ferie. Sempre dalla riunione odierna, siano stati messi a conoscenza di un progetto da 60 milioni di euro per l’ospedale di cui il manager ci ha consegnato una prima bozza progettuale, annunciando che entro il 15 luglio lo proporrà alla Giunta Regionale perché possa finanziarlo e realizzarlo, ma di cui nessuno aveva mai avuto notizie”, riferisce il sindaco Diego Ferrara, presidente del Comitato ristretto dei sindaci.

“Su Geriatria non posso che commentare positivamente il dietrofront, risultato certo di una mobilitazione che ha unito la nostra levata di scudi a quella dei medici e dei lavoratori e parti sociali per una scelta sbagliata, dannosa e non risolutiva – incalza il primo cittadino – Onestamente mi resta difficile non esprimere sconcerto per la risposta che come Amministrazione comunale abbiamo chiesto alla Regione per lo stato della nostra sanità: ieri, al Consiglio comunale straordinario dedicato, nessuno degli interlocutori si è presentato, Schael in primis; ma di punto in bianco, oggi, in seno a un Comitato convocato per parlare della situazione del pronto soccorso e del bilancio, ecco che salta fuori dal cilindro niente di meno che una prima bozza di progetto di massima per il riordino del nostro ospedale, ancora una volta non condiviso con il territorio, nato nelle stanze della Asl e di cui nessuno era a conoscenza. Un elaborato a dir poco embrionale, visto che il manager non lo ha proposto ancora nemmeno alla Giunta Regionale e un metodo che purtroppo non è ancora quello che al nostro territorio serve per salvare la sua sanità, perché non ha il crisma della concretezza, che dopo il covid è invece un must per il diritto alla salute, per la comunità e per una sana sinergia istituzionale. Dunque, soluzioni tampone per il pronto soccorso e uno specchietto per allodole denominato “piano di riordino” per l’ospedale”: queste non possono essere considerate una risposta concreta a istanze precise e urgenti che dominano la realtà sanitaria territoriale e che potevano essere date in presenza, ieri, davanti a un Consiglio comunale che si è invece preferito disertare.

Piuttosto, cosa accadrà al Pronto soccorso dopo settembre? E con quali fondi si porterà avanti il progetto di rilancio annunciato oggi? Che certezze ha tale intenzione, che ci è stata sottoposta prima di avere il placet della Giunta regionale, la stessa che ha tolto a Chieti i fondi e che ha annunciato il rilancio che ad oggi non c’è stato?

Saremo ben felici di confrontarci con il presidente Marsilio, l’assessore alla Sanità e il direttore generale della Asl, quando avremo qualcosa di più credibile di un’ipotesi stampata a colori, ma senza coperture e certezze”.

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