Chieti, presentati i progetti del Piano Triennale delle Opere Pubbliche

L’Amministrazione: “Sarà un piano di rigenerazione urbana, culturale e sociale e di opere possibili”

Chieti. Presentati stamane alcuni degli interventi ricompresi nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche approvato dalla Giunta comunale nei giorni scorsi e riguardanti il programma di rigenerazione urbana, le politiche della casa, progetti sociali e gli asili nido. Nella sala conferenze della Deputazione comunale di Chieti Scalo, erano presenti oltre al sindaco Diego Ferrara e all’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli, il presidente del Consiglio Comunale Luigi Febo, il vicesindaco Paolo De Cesare, gli assessori Mara Maretti, Enrico Raimondi, Teresa Giammarino e Chiara Zappalorto, nonché i consiglieri Pd Paride Pace, Valentina De Luca e Barbara Di Roberto e Luca Amicone, capogruppo del Movimento 5 stelle.

“Va subito detto che a causa delle condizioni economiche dell’Ente, non potremo, per ora, fare grandi opere, ma siamo determinati a portare avanti i cantieri possibili, cercando stabilire le priorità in termini di urgenza e di risposte alla cittadinanza – così il sindaco Diego Ferrara – Sarò sincero, non possiamo fare miracoli e, dunque, se aggiusteremo una strada, anziché un’altra, significa che abbiamo risorse per fare bene una cosa e non fondi da usare per mettere toppe a tutto e peggiorare le condizioni in cui versano alcune zone della città. Ma la promessa è quella di fare un passo per volta e arrivare dove possiamo, mettendo in campo l’ascolto e l’attenzione che fino ad oggi forse è mancata. Vogliamo agire per il bene della città, quindi daremo priorità a opere e servizi che riguardano la cittadinanza e il sociale, come quelle che presentiamo oggi, cercando di concretizzare anche le istanze che ci vengono dalla comunità. Vi assicuro che non è facile scegliere cosa non fare. Ma sono altrettanto certo che portare avanti cose possibili, come finora non è accaduto, restituirà alla politica una dimensione più onesta e vera. Ed è questo che ci caratterizzerà in questi anni, con l’auspicio di recuperare respiro per riprogrammare la vita e il futuro che Chieti merita”.

“Il programma degli interventi si fonda sull’analisi finanziaria, quella dei bisogni e delle emergenze della città e la sintesi che ci consente di realizzare cose possibili e non opere faraoniche o, peggio, aprire cantieri senza fine – così l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli – Il Piano ospita importanti progetti che danno a Chieti una visione e di città e pongono le basi per lo sviluppo futuro facendo leva sulla rigenerazione urbana sostenibile, sui servizi alla comunità, in primis l’apertura di nuovi nidi, sulla riqualificazione degli alloggi pubblici e delle periferie in cui sono collocati, la realizzazione di interventi che risponderanno al bisogno di aggregazione a livello sociale e che daranno alla cultura il giusto ruolo di traino della rinascita. RigeneriAMOteate guarda alla città nel suo insieme e mette in sinergia tutto il suo territorio, puntando al recupero e alla rifunzionalizzazione di piazze ed edifici in disuso del centro storico (Piazza Umberto I, Piazza Trento e Trieste, Piazza Calanchi a Colle Marcone, Corso Tiburtina a Chieti Scalo, via Pescasseroli), ma guardando anche a Brecciarola e alle periferie con progetti di riqualificazione e per l’inclusione sociale. Importante sarà l’azione pensata per Chieti Scalo, dove creeremo un corso pedonale nella zona della Colonnetta, un nuovo centro di aggregazione rimodellato con arredo urbano e nuova viabilità. Abbiamo inoltre chiesto finanziamenti per realizzare un asilo nuovo nella zona del villaggio Mediterraneo e procederemo alla ristrutturazione di quello di viale Amendola.

Sociale, cultura, servizi, rigenerazione e anche politiche della casa, un’azione che propone una visione di insieme, mettendo in rete tutte le opere, sia le nuove che quelle esistenti, per arrivare in cinque anni ad avere una nuova città, nell’ambito di un piano dinamico che può essere modificato in corsa nel caso in cui sarà possibile reperire eventuali risorse dal nostro bilancio, ma soprattutto altri finanziamenti extra comunali”.

“L’azione relativa all’area sociale punta alla riqualificazione e ridefinizione di quattro edifici e mira, in un’ottica di investimento sociale, ad una rigenerazione del tessuto sociale cittadino – così l’assessore all’Innovazione sociale Mara Maretti – Abbiamo puntato su tre obiettivi di sistema: accessibilità, inclusività e partecipazione. Ciò caratterizza la rifunzionalizzazione dell’ex arciconfraternita del Santissimo Rosario, che immaginiamo come una struttura ricettiva per stimolare il turismo accessibile e sostenibile, un hub turistico di riferimento per iniziative e informazioni sulla città aperto e accessibile a tutti; altro polo, in questo caso incentrato sul protagonismo giovanile, riguarda locali dell’edificio sito in via Principessa di Piemonte. I giovani adulti non hanno spazi aggregativi e di coworking in città. L’idea è di creare luoghi fruibili per le associazioni giovanili per stimolare l’imprenditività. Altro polo riguarda l’ex scuola Nolli, centro diurno integrato, che si concentra sulla parte vulnerabile della società fatta di anziani e persone non autosufficienti. Il centro di aggregazione diurno polifunzionale si propone come centro servizi finalizzato al sostegno ai caregiver famigliari e per stimolare la socializzazione e l’invecchiamento attivo. Infine, c’è la rifunzionalizzazione della ex scuola Casone di Brecciarola dove nascerà un centro di aggregazione per le associazioni”.

“Fra i progetti c’è anche l’edilizia residenziale sociale e attenzione agli alloggi Erp – aggiunge l’assessore alle Politiche della Casa Enrico Raimondi – Per la prima volta l’Amministrazione presenta un progetto per accedere a fondi Cipe, al fine di riqualificare gli alloggi di via delle Acacie, via delle Robinie, a Madonna degli Angeli: parliamo di 55 alloggi che presentano situazioni drammatiche sul fronte dell’agibilità, ad oggi inaffrontate. Non solo interverremo, ma disegneremo spazi all’aperto per consentire la socializzazione di minori e anziani. Si punta anche su qualità ambientale e qualità energetica e se saremo ammessi ai fondi, per la prima volta Chieti otterrà 1.800.000 euro per le case popolari. La situazione degli alloggi comunali è molto problematica, al punto che non possiamo procedere alle assegnazioni perché molti appartamenti non sono agibili. La sfida importante è però non solo renderli agibili, ma riqualificare anche il criterio delle assegnazioni. Da qui ai prossimi anni riusciremo a dare un segnale forte di discontinuità nell’interesse delle fasce più deboli della città”.

“Uno dei primi argomenti a cui ci siamo applicati è stata la riapertura dei nidi – così l’assessore alla Pubblica Istruzione Teresa Giammarino – per via delle condizioni in cui versavano e a causa della chiusura di 3 dei 4 nidi comunali abbiamo posto tale priorità in cima, al fine di arrivare ad azzerare liste di attesa che arrivano fino a 200 richieste. Per diminuirle, stiamo portando avanti l’affidamento in concessione dell’asilo di via Masci, che è nuovo, è dotato di una cucina e potrebbe entrare in funzione già nei prossimi mesi. Il piano prevede anche la ristrutturazione di quello in via Amendola che va adeguato e una nuova costruzione al Villaggio Mediterraneo per completare il quadro sui numeri, cosa che ci consentirebbe anche di ottenere gli accreditamenti regionali e più risorse di quelle possibili fino ad oggi”.

“Ci sono tanti interventi sul decoro urbano su cui abbiamo concentrato attenzione come le riqualificazioni delle piazze del Centro storico – aggiunge l’assessore all’Ambiente Chiara Zappalorto – ma anche l’ex villa Maccarone di Filippone che è una struttura comunale dentro il quartiere e che dopo decenni di abbandono diventerà un parco a servizio della zona che ad oggi non ha un vero luogo aggregativo e importante. Ci sono poi una serie di piccole misure ad hoc, come le aree di sgambamento nel territorio della città, piazza Calanchi a Colle Marcone, che diventerà un luogo attrattivo, oltre che aggregativo. È un lavoro in divenire che cambierà l’attuale disorganicità della città”.

“La cultura sarà un orizzonte importante per la rigenerazione urbana prevista dal piano – così il vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare – Dal restauro conservativo del Polo culturale del Marrucino, che prevede la rimessa in funzione di Palazzo Massangioli e dell’ex cinema Eden, che diventeranno una sorta di Marrucino off per eventi, convegni, ma anche sale di recitazione, daremo una risposta concreta per attrarre finanziamenti su queste strutture, visto che negli anni di abbandono si sono ulteriormente deteriorate. Si punta anche al recupero del Supercinema, che va adeguato con il Certificato Prevenzione Incendi e impiantistica per la sicurezza, per tornare operativo con una programmazione di film e ad uso auditorium. C’è poi un progetto di riqualificazione degli ipogei della Chieti sotterranea, a Piazza Valignani, quello del palazzo comunale e l’ipogeo di Porta Pescara, dove abbiamo già rimesso in funzione un piccolo simbolo della città fermo da decenni, l’orologio storico, e promuoveremo richieste di finanziamento anche per la cisterna di Piazza San Giustino. Tutto questo perché vogliamo che Chieti riparta dal turismo culturale che con la sua storia e presenze merita di avere”.

“Il piano rappresenta un evidente cambio di passo e di azione rispetto agli ultimi dieci anni – conclude il presidente del Consiglio Comunale Luigi Febo – con una progettualità e condivisione unitaria su ogni azione e una visione su tutta la città, perché gli interventi sono connessi a una logica che punta al miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini, in modo che Chieti possa tornare ad essere attrattore e recuperare popolazione attraverso sostenibilità e servizi. L’azione evidente in tal senso è quella che riguarda Chieti Scalo da cui si muove il primo passo di rifunzionalizzazione della città: mai sono state messe a regime tutte le funzioni presenti in questa parte di territorio, dall’università al commercio, all’industria, alle comunicazioni. Il Piano propone lì la nascita del centro di aggregazione che ad oggi manca, alleggerendo il traffico della Tiburtina, attraverso lo spostamento su via Piaggio di quello più invasivo. Dietro la stazione nascerà infatti un vero e proprio terminal bus e parcheggio di scambio, collegato con un sottopasso a piazzale Marconi, che sarà liberato dai bus per diventare una vera e propria piazza, dove sia pensabile anche un sistema di Ztl che metta in rete le vie del commercio come via De Virgiliis, via Scaraviglia, via Campobasso, collegandosi a piazza Carafa, cuore di questo sistema per la presenza dei servizi comunali. Non potendo chiudere la Tiburtina e la Colonnetta, attraverso una mobilità sostenibile si potrà cominciare riconquistare un pezzo di città rendendo vivibili le vie e guadagnando nell’attuale area di sosta, che sarà ampliata e spostata dietro la stazione, un parco che completi le funzioni aggregative immaginate dal piano”.

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