Chieti, controlli per assegnazioni case popolari a stranieri. M5S: ‘Prima il diritto’

Chieti. L’Ordine del Giorno approvato dalla maggioranza del Consiglio comunale che riguarda i controlli per le assegnazioni delle case popolari in favore degli stranieri continua a provocare reazioni e commenti.

Secondo i Consiglieri del MoVimento 5 Stelle, Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo, “per quanto possa sembrare un atto totalmente inutile ha una sua precisa funzione: quella di fornire la misura del grado di ignoranza delle norme, anche quelle fondamentali, da parte di quanti hanno espresso il loro voto favorevole in Consiglio comunale”.

Per quanto l’Ordine del giorno non sia un provvedimento deliberativo, secondo i due Consiglieri si tratta pur sempre di un atto che esprime formalmente la volontà del Consiglio comunale e che in questo caso si pone in netto contrasto con il precetto contenuto nell’art. 3 della Costituzione repubblicana che sancisce il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. “Principio che – precisa Ottavio Argenio – si applica pacificamente anche per gli stranieri che si trovano sul suolo italiano”.

“Per quanto qualcuno abbia detto o meglio, voluto far credere, che si tratta di un provvedimento attraverso il quale giungere alla parità di trattamento nei controlli sulle assegnazioni e la gestione delle case popolari tra cittadini italiani e stranieri, la realtà è che se si desse seguito a questa richiesta, si introdurrebbe una illegittima ed intollerabile discriminazione fondata sull’appartenenza originaria ad un determinato popolo”.

In sostanza, secondo Manuela D’Arcangelo, “si tratta di un balzo culturale e sociale che ci riporta indietro di almeno un secolo e che cancella tutti gli sforzi che si stanno compiendo per giungere ad un’effettiva e reale integrazione tra italiani e stranieri”.

Va poi considerato come la richiesta, per come effettivamente formulata e redatta nell’atto votato dal Consiglio comunale, contrasti anche con le disposizioni contenute nel DPR 445/2000 che vedono l’autocertificazione nei rapporti con la Pubblica Amministrazione come regola o meglio, come obbligo da osservare per tutti i soggetti.

“In pratica – dicono i due Consiglieri pentastellati – il Consiglio comunale di Chieti, almeno la parte dalla quale oggi, con orgoglio, ci dissociamo apertamente, chiede alla Regione di emanare una legge che contrasta con le fonti parlamentari e finanche con la Costituzione!”.

“Strano che a nessuna di queste persone sia venuto in mente che ad esempio, un rifugiato siriano si trova nell’oggettiva impossibilità di reperire una certificazione proveniente dalla “competente Autorità dello Stato” dal quale proviene o che una ragazza nigeriana che arriva in Italia a mala pena possiede i documenti di identità visto che, di solito, vengono trattenuti dalle organizzazioni criminali che intendono sfruttarle proprio per ricattarle o ridurle in schiavitù”.

“Queste considerazioni – chiosa Ottavio Argenio – ci danno la misura dell’ignoranza e della superficialità con la quale vengono affrontati temi così importanti da parte della classe politica che oggi amministra la città di Chieti.

Al netto di quelle che sono le oggettive difficoltà che si incontrano quotidianamente con la gestione degli alloggi popolari e di quelle che possono essere le soluzioni da adottare affinché le case siano affidate a chi ne ha realmente diritto, italiano o straniero che sia, ritengo che questo atto sia ignobile e vergognoso e non posso esimermi dal prendere le distanze da chi lo ha voluto e votato”.

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