Bilancio Comune di Guardiagrele, interviene Gianna Di Crescenzo

Guardiagrele. “Un bilancio sano, anzi risanato! Questo è stato lo slogan per eccellenza di tutta la brillante comunicazione, in campagna elettorale, di “Guardiagrele il Bene in comune” e, soprattutto, dell’ex assessore al bilancio.

E’ sin troppo facile dire quel che si vuole quando i cittadini non hanno la possibilità reale di verificare, mentre invece è proprio in queste circostanze che la serietà del politico diventa importante, imprescindibile e credibile: informare dicendo la verità.

La lista “Guardiagrele per tutti”, che secondo molti non avrebbe neanche dovuto esistere, è stata contestata perché si riteneva c potesse sottrarre voti preziosi alla lista della maggioranza uscente, quella di “Guardiagrele il bene in comune”. Eppure c’erano, e continuano ad esserci, differenze sostanziali, non ultimo quella di avere il coraggio di dire le cose come stanno.

Già dall’anno scorso, più o meno di questi tempi, avevamo sollevato non pochi dubbi circa alcune affermazioni e cifre sbandierate dall’amministrazione Dal Pozzo. Infatti facevano credere, diffusamente, che i conti del bilancio fossero in ordine e che ci sarebbe stato ampio spazio per innumerevoli nuovi investimenti. Ma che non fosse così era già chiaro fin da settembre, quando abbiamo lanciato l’allarme soprattutto in merito al mutuo per il palazzetto dello sport. Non siamo stati creduti, anzi siamo stati fatti passare per quelli incompetenti ed incapaci.

Ma noi ci siamo basati sempre e solo sui fatti, poi accertati da una ricognizione dei crediti inseriti nel fondo FCDE (fondo crediti di dubbia esigibilità) da ben tre organismi tecnici, (il Revisore dei Conti, l’Agenzia Misa incaricata dall’ente e il Responsabile del Settore Finanziario) che hanno riscontrato l’indicazione, tra le voci di entrate, di crediti MAI ESISTITI, inseriti al solo fine di poter coprire le uscite. Non si tratta di crediti diventati inesigibili col tempo, ma di voci inserite in quel contesto con la ipotetica clausola del “poi si vedrà come gestirli”. Nel frattempo però l’ente, per far fronte alle proprie esigenze finanziarie, ha costantemente fatto ricorso all’anticipazione bancaria (nell’analisi dei dati si dice chiaramente che questa prassi è cronica per il comune di Guardiagrele, iniziata nel 2014 con l’amministrazionne Salvi e poi fatta propria e incentivata, dal 2015 al 2020 da quella Dal Pozzo) utilizzando per intere le poste inserite nelle previsioni di entrata, pur sapendo che buona parte di quegli introiti non sarebbero mai rientrati.

Come se non bastasse, negli anni 2018 e 2019 si evidenzia la gravissima operazione di “manomissioni manuali” (è questa la giusta dicitura) nell’inserimento dei dati contabili nel sistema informatico, facendo sì che, in questo modo, il bilancio risultasse chiuso con un avanzo là dove si è accertato, invece, che senza quelle manomissioni avrebbe chiuso in disavanzo.

Si avvicinava però la campagna elettorale e “Guardiagrele il bene in comune” si accorgeva di aver realizzato poco o niente, dunque bisognava correre ai ripari.

Il 6 aprile 2020 (attenzione alla data), in piena emergenza Covid, mentre tutta l’Italia e quindi tutti i guardiesi sono chiusi in casa per il lockdown, l’allora sindaco Simone Dal Pozzo, ritiene indispensabile convocare online il consiglio comunale per approvare un mutuo (cioè soldi da restituire) di 2.500.000 € per la costruzione del palazzetto dello sport. L’amministrazione sapeva benissimo che si trattava di un indebitamento che il bilancio comunale non avrebbe mai potuto sostenere. Nessuno poteva sapere, soprattutto, se la cittadinanza avrebbe mai potuto usufruire di quella struttura, visto che il Covid-19 stravolgeva il nostro vivere quotidiano, colpendo pesantemente tutte le attività di aggregazione, specialmente quelle sportive. Il buon senso avrebbe suggerito di aspettare, ma la paura di perdere le elezioni ha preso il sopravvento e così sono stati aggiunti, come se niente fosse, ben altri 170.000 euro l’anno di spese alle già indebitate casse del comune.
Come ulteriore aggravio, ad agosto 2020, viene firmato un accordo con azienda esterna per la manutenzione della pubblica illuminazione che prevede, per l’anno 2020, e di molti a venire, un esborso da parte del comune di ben 135.000 €, somma che, però, non viene inserita nel bilancio di previsione e dunque non ha alcuna copertura.

Ma le elezioni di settembre sono vicine, non c’è tempo per sistemare la cosa e durante la campagna elettorale i cittadini devono vedere che vengono cambiati tutti i lampioni, quindi si decide di andare avanti lo stesso creando un “debito fuori bilancio” (da coprire sempre con la formula del “poi si vedrà”).

A Luglio 2020, sfruttando una legge sul Covid, il sindaco in carica (ma in prorogatio, è bene ricordarlo) assume il ruolo di commissario all’edilizia scolastica disponendo la demolizione di parte dell’edificio del rione Cappuccini. La demolizione si è conclusa qualche giorno prima del voto, lasciando la scuola nel caos totale oltre che con diverse situazioni di pericolo. Le disposizioni sull’epidemia chiedevano maggiori spazi, ma in questo modo a Guardiagrele gli spazi vengono ridotti. Assurdo! Tutta questa fretta ha generato un aggravio dei costi di demolizione di quasi 120.000 € che dovranno essere trovati all’interno del bilancio comunale. Ed anche qui: “poi si vedrà”; l’importante è essere rieletti.

Qualcuno potrebbe chiedersi: “…e allora da dove hanno preso i fondi per fare tutte le piccole opere che abbiamo visto a ridosso della campagna elettorale?”. Seguendo un principio (tanto caro all’ex sindaco) della fungibilità del denaro (che secondo noi ha interpretato male), sono stati usati i fondi del mutuo del palazzetto per finanziare opere diverse e, peggio ancora, per sostenere la spesa corrente, in barba ad ogni criterio di precauzione.

I rappresentanti di “Guardiagrele il bene in comune” si sono sempre ufficialmente proclamati paladini della legalità, ma in realtà sono solo quelli che si nutrono di simbologie (vedi ulivo alla villa comunale) e che poi, per poter essere rieletti, non si sono fatti scrupolo di infrangere le regole e di indebitare i cittadini nel presente e nel futuro. Famosa è la loro frase: “Facciamo e faremo tutto ciò che non è esplicitamente vietato dalla legge”. Qui purtroppo però non stiamo parlando né del diritto civile e neanche di quello penale (dove è vero l’esatto contrario): il testo unico degli enti locali pecifica in maniera inequivocabile cosa si può fare o non si può fare in ogni situazione e, in quella estremamente critica in cui versa il comune di Guardiagrele indica, a chiare lettere, non lasciando spazio ad interpretazioni diverse, che bisogna dichiarare il dissesto, tanto che nessun rappresentante del consiglio comunale, davanti ad una normativa così perentoria, ha votato contro questa decisione.

Tale gestione che, usando un eufemismo, giudichiamo quantomeno “allegra”, ha portato il comune di Guardiagrele ad avere un buco in bilancio di ben 3.400.000 € (equivalenti a circa 388 € di debito pro capite per ciascuno degli 8768 abitanti attuali). Quanta arroganza ci vuole per affermare, adesso, che “si stanno mettendo le mani in tasca ai cittadini”, quando appare chiaro che quelle tasche sono già state prosciugate da qui ai prossimi 30 anni?

Quando in Consiglio comunale sono state chieste le motivazioni del perché fossero state immotivatamente considerate maggiori entrate IRPEF, del perché fosse stato effettuato un illecito calcolo manuale, del perché risultassero debiti fuori bilancio (vedi quelli con la TUA per il servizio autobus della Notte Bianca mai pagato), del perché 1400 fatture non sono state pagate e del perché sono stati usati, per la spesa corrente, fondi destinati ai comuni dell’Ambito Sociale … le risposte non ci sono state!

Né ha senso chiedersi, come riportato sugli organi d’informazione: “Come sia stato possibile per il comune arrivare, in brevissimo tempo, ad una tale situazione di deficit, con un vero e proprio stravolgimento dei conti”, perché è evidente che i documenti ufficiali acclarano che tale deficit viene da lontano, addirittura dal 2014!

E quanto al “……recupero dei diversi crediti comunali”, è ovviamente possibile recuperare crediti INESIGIBILI, non sapendo né a chi né per cosa chiederli!

I nodi ormai sono arrivati al pettine e l’evidenza dei fatti si è scontrata col senso di onnipotenza. Dispiace che si è giocato con il presente e il futuro di Guardiagrele e dei suoi cittadini. Qualcuno dovrebbe quantomeno chiedere scusa ed ammettere di aver sbagliato”. Si legge così in una nota di Gianna Di Crescenzo, consigliere del gruppo “Guardiagrele per tutti”.

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