Pizzoferrato, Fagnilli scrive a D’Alfonso per riaprire la ‘Strada del bosco’

strada del boscoPizzoferrato. Una lettera al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, per chiedere interventi per la riapertura della strada provinciale 164 Macchia Gravara-Valico della Forchetta, più conosciuta come “Via del bosco”, che collega il Chietino e l’Aquilano, ossia Roccaraso-Rivisondoli-Pescostanzo-Sulmona-Palena con Gamberale-Pizzoferrato e tutto il Medio Sangro e la Val di Sangro.

È quanto inviato dal sindaco di Pizzoferrato Palmerino Fagnilli relativamente al tratto di strada, lungo 16 chilometri, chiuso mesi fa, senza alcun preavviso, dall’amministrazione provinciale di Chieti, “per via di cedimenti, smottamenti e mancanza di manutenzione”.

“Nessun cartello agli incroci e gli svincoli, sulle varie strade che conducono in quella direzione – scrive Fagnilli – avvisano dell’interruzione. Solo quando si giunge all’imbocco dello stesso tratto, transenne, sbarre e lucchetti regalano al viaggiatore l’amara informazione, con gravi disagi poiché oltre che non poter passare si deve tornare indietro di parecchi chilometri”.

“Negli ultimi anni – fa presente Fagnilli – tantissimi cittadini, non solo abruzzesi, non solo italiani, con lettere, petizioni, sottoscrizioni, articoli su quotidiani, su giornali locali e di settore, memorabile quello su “Quattroruote” ed interventi di vario genere hanno chiesto a gran voce d’intervenire e scongiurare la chiusura di quest’arteria. Nello stesso tempo i consiglieri provinciali della zona sono intervenuti in sede di approvazione dei Piani Triennali con emendamenti e mozioni in tal senso. I sindaci dei paesi interessati si sono adoperati per lo stesso fine, così pure assessori, gruppi di maggioranza e minoranza e interi consigli comunali all’unanimità. Tutto e tutti con l’impegno profuso alla “salute” della strada, ma a nulla è valso. Ogni singolo atto e ogni singola richiesta è caduta nel vuoto, rimasta inascoltata e vana. Sia chiaro – prosegue Fagnilli – che, di tutte le istanze avanzate, nessuna ha mai richiesto interventi milionari, ma interventi minimi e di manutenzione, semplice stabilizzato e non conglomerati bituminosi fini, semplicemente per assicurare una comunicazione sicura e limitata anche a 30 km all’ora, purché si potesse esercitare il diritto di libera circolazione sancito dalla Costituzione e garantito dal Bollo Auto”.

Secondo Fagnilli, il tratto di strada provinciale in questione è di grande importanza perchè collega all’Ospedale di Sulmona le comunità del Medio Sangro, dove si trovano molti reparti come la cardiologia, dopo la loro chiusura in quello di Castel di Sangro; collega le realtà turistiche invernali ed estive del Sangro e dei Monti Pizzi con gli altopiani della provincia Aquilana, con i suoi bacini sciistici; unisce e serve il collegamento autostrada Roma-Pescara con la viabilità interregionale chietina-molisana-campana.

“La strada – ricorda il sindaco – fu costruita nella prima metà degli anni 30, con gli umili strumenti del tempo: “picco, pala e braccia”, per volontà del primo presidente di Cassazione, Ettore Casati, che si recava in villeggiatura in quel di Pizzoferrato. Si rivelò strategica per le attività militari delle armate naziste per la deportazione dei civili prima e per la ritirata e smobilitazione della Linea Gustav poi. Sullo stesso tracciato si mosse Edward Lear.Di tutto ciò rimangono solo delle rozze barriere zincate che segnano la pochezza di una visione del territorio. Eppure con una somma di denaro molto contenuta: dai 30 ai 50 mila euro; e con una settimana di lavoro si potrebbe riaprire la strada che, per il momento, sia chiaro, è quello che conta. Se dovesse rimanere chiusa ancora un po’, i danni aumenterebbero in modo esponenziale e ce la giocheremmo definitivamente. A lei Presidente chiediamo – conclude Fagnilli – un intervento specifico, puntuale e immediato per assicurarne almeno la riapertura. La sua chiusura è letale per la nostra economia turistica. Ad esempio, il villaggio Valle del Sole di Pizzoferrato, costituito da 1.600 unità abitative, è nei fatti isolato. Ma il danno è per tutte le aree interessate”.

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