Ecco cosa mi aspetto dal nuovo Governatore: il sindaco di Furci scrive ai candidati alla Presidenza della Regione

Furci. Non promesse, ma semplici segnalazioni sullo stato di fatto del territorio. E sulle criticità sulle quali il futuro Governatore abruzzese dovrebbe intervenire.

Questo il contenuto della lettera aperta scritta e inviata da Angelo Marchione, sindaco di Furci, ai candidati alla presidenza della Regione Abruzzo.

Tre i punti critici evidenziati dal primo cittadino: “il grave dissesto idrogeologico che ci caratterizza e che ci consegna, se non interviene con un piano straordinario, strade sempre più disastrate”; “la mancanza o la perdita del lavoro di molti abitanti del comprensorio (penso alla crisi della Val Sinello e, in particolare, al dramma delle lavoratrici e dei lavoratori ex Golden Lady)”; “la perdita o la menomazione dei servizi socio-assistenziali e sanitari di base (è il caso della soppressione della Guardia Medica a Celenza sul Trigno e del depotenziamento dell’Ospedale di Gissi), che devono essere oggetto di un accurato riassetto ma senza mettere in secondo piano il diritto alla salute dei cittadini”.

“Stando ogni giorno in trincea” aggiunge Marchione “ho imparato a conoscere la difficoltà e, a volte, l’impossibilità di dare una risposta concreta ai problemi dei miei compaesani. Dunque non sono qui a chiedere promesse che non è giusto neppure fare, ma a dirle cosa questa  porzione di Abruzzo si aspetta dalla nuova Legislatura regionale in termini di impegno e di direzione di marcia. Ci attendiamo una presa di coscienza di queste gravi problematiche, uno studio puntuale delle possibili soluzioni e una calendarizzazione verosimile degli interventi da realizzare all’interno della programmazione strategica regionale, con uno stanziamento di risorse congruo e rapportato alle diverse criticità”.

Ricorda, infine, il documento firmato a Furci il 27 febbraio scorso da 23 Sindaci del comprensorio, nel quale si afferma la netta contrarietà alla realizzazione sul territorio di Furci del primo impianto in Abruzzo di trattamento rifiuti pericolosi con annessa discarica. “La politica viene prima della tecnica” conclude il primo cittadino.

“La tecnica deve porsi al servizio della politica, cioè della ricerca del bene comune. In questo caso la politica si è interrogata sul bene comune o ha delegato? La delega, la mancanza di attenzione e l’inazione decreteranno la condanna a morte per spopolamento dei nostri preziosi borghi. Se lei ci cercherà, ci troverà qui a lottare per affermare che un altro modello di vita è possibile oltre a quella cittadina e costiera, oltre la solitudine dei grandi centri commerciali: è la vita di paese che ancora conserva saperi e sapori irrinunciabili da traghettare dentro il terzo millennio restando nel solco della loro vocazione agricola, artigianale, artistica e turistica”.

 

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