In Provincia a Chieti incontro pubblico ‘Abruzzo regione verde’

Chieti. Il Meetup Amici di Beppe Grillo – Chieti 5 Stelle ha svolto uno studio sull’inquinamento potenziale e reale in Abruzzo dovuto alla presenza di discariche e siti industriali dismessi.

“Noi siamo sempre stati attenti al tema dell’ambiente – ha detto la portavoce di Chieti 5 Stelle, Sara Marcozzi – tra il 2006 e il 2007 la Regione avrebbe dovuto procedere alla bonifica dei vari siti. Noi abbiamo solo verificato lo stato di questa situazione, abbiamo anche creato un sito internet in modo che i cittadini possano interagire e verificare lo stato ambientale dei posti dove risiedono”.
“Noi abbiamo potuto constatare che i siti contaminati sono più di una ventina – ha rimarcato Isidoro Malandra – e che in questi siti non è iniziata la bonifica. La Regione Abruzzo è intervenuta perché è stata preventivata una spesa di circa 24 milioni di euro. Questi 24 milioni sono stati preventivati e ne sono stati investiti 8 perché Chiodi ha deciso di destinare 16 milioni di euro ai Pit, ma 8 milioni non sono sufficienti. C’è una multa che verrà ridistribuita sulle Regioni. Secondo noi la Regione Abruzzo non stava nei tempi ed i cittadini avranno un grosso pagamento. Non ci sono fondi, non ci sono strutture, è tutto fermo”.
Sulla base dei dati contenuti nell’Anagrafe regionale dei siti inquinati, il M5S ha realizzato un sito web ( http://www.movimento5stelleabruzzo.it/home/gaia/index.html )che contiene una mappa facilmente consultabile ed integrabile con documenti, foto e video che proverranno dai cittadini e dai comitati locali interessati. Sono progressivamente visualizzabili sulla mappa: il Sito di Interesse Nazionale di Bussi; il Sito di Interesse Regionale di Chieti Scalo; il Sito di Interesse Regionale Saline-Alento; le discariche dismesse; i siti industriali dismessi; i siti di abbandono e depositi incontrollati; i siti contaminati accertati dalla Pubblica Amministrazione (ad es. pompe di benzina. Si tratta di oltre mille siti, alcuni dei quali potenzialmente inquinati (sui quali vanno quindi fatti analisi e piani di caratterizzazione) ed altri il cui inquinamento è stato già accertato. Sul sito sono pubblicati inoltre norme, documenti, delibere e relazioni sulla materia. Il M5S denuncia la gravissima situazione di rischio ambientale e sanitario in cui la Regione Abruzzo si trova, da attribuibile all’Amministrazione regionale. La Regione Abruzzo è priva del Piano Regionale delle Bonifiche – previsto da norma nazionale, che ne imponeva l’approvazione entro il 12 Dicembre 2013 – ed ha in atto tre soli programmi di bonifica: Piano Regionale Triennale di Tutela Ambientale (Prtta) 2006/2008 – avviate bonifiche a S. Salvo, S. Giovanni Lipioni e Montenerodomo – diffida pre commissariamento ad acta al Comune di Montesilvano; Piano Regionale Triennale di Tutela Ambientale (Prtta) 2013/2015 – stanziati euro 4.126.200, ma il programma deve essere ancora avviato; procedura di infrazione Ue 2003/2077 – Il programma di interventi sui siti inquinati ricompresi nella procedura di infrazione è stato finanziato con fondi europei Por-Fesr. Il finanziamento iniziale per la bonifica di n. 30 discariche dismesse  era previsto in 24 milioni di euro. La giunta Chiodi ha ridotto a 8 i milioni stanziati e ne ha dirottati  16 verso i Pit (Piani Integrati Turismo). Ad oggi sono stati approvati n. 6 progetti di bonifica e quindi la Regione Abruzzo risulta largamente e gravemente inadempiente. La mancata bonifica nei tempi imposti dall’Ue comporterà per l’Italia, e quindi anche per i cittadini abruzzesi, una multa forfettaria di 56 milioni di Euro, una penalità giornaliera di 28.000 euro tra la prima e la seconda sentenza della Corte di Giustizia ed un’ammenda giornaliera di euro 256.819 per il periodo successivo alla seconda sentenza e fino all’adempimento. Tutto ciò è confermato in una lettera a firma di Franco Gerardini nella quale il dirigente regionale lasciava chiaramente presagire al Presidente Chiodi e all’assessore Di Dalmazio – tra gli altri – che le procedure di infrazione in essere, l’inerzia della regione e il taglio dei fondi destinati alla bonifica avrebbero provocato il conseguente, imminente e inesorabile arrivo di sanzioni milionarie. L’Abruzzo è interessato inoltre anche dalla Procedura di infrazione Ue 2011/2215 (15 comuni coinvolti) ma nulla risulta pubblicato sul sito della Regione Abruzzo, neanche il “Rapporto di aggiornamento” che il Servizio Gestione Rifiuti avrebbe dovuto rimettere entro il mese di gennaio 2013.
Il sito http://www.movimento5stelleabruzzo.it/home/gaia/index.html i documenti e le analisi fatte, tra cui quella relativa al Sir di Chieti Scalo, saranno presentati, approfonditi e discussi nell’Incontro Pubblico che si terrà domani, sabato 22 febbraio, a Chieti alle ore 17 presso la Sala Consiliare della Provincia di Chieti cui parteciperanno Luigi Di Maio, Vice presidente della Camera dei Deputati, e i cittadini deputati Andrea Colletti, Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso.
“La situazione è pessima – ha sottolineato Gianluca Vacca – i cittadini si trovano a pagare una grossa somma, si va allo sfacelo. Sta venendo fuori un’assoluta incapacità nel fare gli interessi dei cittadini. Chiodi si dovrebbe dimettere perché è responsabile insieme alla giunta di questa situazione. È un elemento per il quale la giunta Chiodi dovrà rendere conto agli abruzzesi. Il lavoro che presenteremo domani è senza precedenti, è un servizio veramente di utilità per i cittadini. La classe politica non si rende conto che questa è una proposta sulla quale intervenire il prima possibile. Un territorio così devastato incide non solo sulla salute dei cittadini ma anche sull’economia. Si dovrebbe parlare dello stato dei nostri fiumi, dovrebbe essere una prerogativa”.
“Per me è da irresponsabili spostare 16 milioni di euro che avrebbero contribuito ad evitare la sanzione – ha dichiarato Luigi Colalongo – la lettera di Gerardini è accurata e lascia presagire la sanzione. Chiodi in quel periodo era impegnato a portare avanti la macchina di Ombrina Mare. Da una parte si voleva portare avanti Ombrina Mare e dall’altra parte c’è la perdita di posti di lavoro dovuta alla mancata bonifica. Secondo gli studi dell’Università si parla di danni alla flora e alla fauna dovuti all’inquinamento”.
Francesco Rapino

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