Vasto, Castaldi: ‘Risibile sconcerto del presidente del Coniv’

vasto_piazza_rossettiVasto. “Leggo anche io con ‘sconcerto’ non solo il fatto che il Coniv Servizi ed Ecologia spa si è costituito in giudizio a fianco della Regione Abruzzo nel contenzioso promosso dal Comune di Vasto contro la chiusura del Consorzio Industriale di Vasto; ma anche lo ‘sconcerto’ per chi fa finta di non saper  come il presidente del Coniv spa, Arnaldo Tascione e dell’amministratore delegato, Francesco Mancini, di stare concertando a nome e per conto non di interessi pubblici. Scrivono di aver scelto ‘di condividere le ragioni dell’ente regionale per coerenza e per appartenenza’ ”.

Così in una nota Gianluca Castaldi del Movimento 5 Stelle che aggiunge: “Io voglio solo, per evitare ulteriore ‘sconcerto’ che ho provveduto a segnalare alla Procura Regionale della Corte dei Conti  i guasti per il bene pubblico di questa riforma; a chiedere al Ministro dell’Ambiente, Orlando (Pd) di intervenire  rispetto alla palese violazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’. E che, infine, ho richiesto tutti gli atti prodotti dal Coasiv sulla riforma o in funzione della riforma dei Consorzi per farne un successivo esposto alla Procura. Ci tenevo ad informarli per evitare un successivo ‘sconcerto’ del duo Tascione-Mancini.  Perchè mi sono reso conto che al duo Tascione-Mancini: non risulta che ci sono stati e ci sono ancora tentativi di coartazione dei dati di gestione degli impianti di depurazione e smaltimento rifiuti liquidi in capo a Coniv Servizi ed ecologia spa (a sua volta detenuta dal Coasiv); non risulta  che il consorzio per l’Area di sviluppo industriale del Vastese (Coasiv), rientrante nel progetto di fusione per la costituzione dell’Azienda regionale delle aree produttive ai sensi della legge regionale 29 luglio 2011, n. 23, è proprietaria di maggioranza della Coniv Servizi ed ecologia spa, che nasce nel 1989 come società a maggioranza pubblica con lo scopo di operare nel campo dei servizi ecologici e del risanamento ambientale, alla quale partecipa la società Di Vincenzo Dino & C spa, e che per conto dello stesso consorzio ASI del Vastese attualmente, in convenzione ancora vigente, gestisce l’impianto di depurazione e smaltimento rifiuti liquidi di Montenero di Bisaccia, l’impianto di depurazione della zona industriale Val Sinello (Monteodorisio), l’impianto di depurazione di Punta Penna (Vasto), l’impianto di trattamento delle acque (San Salvo) e la discarica di Bosco Motticce, San Salvo (solo attività di post gestione); non risulta che la Regione Abruzzo, con delibera di giunta 421/P del 17 giugno 2013 recante ‘Legge regionale 29 luglio 2011, n. 23 – Riordino delle funzioni in materia di aree produttive e successive modifiche e integrazioni al disciplinare approvato con Dgr n. 62/P del 13 febbraio 2012’, è nuovamente intervenuta a legiferare nel merito dell’istituzione di un’unica azienda regionale delle aree produttive introducendo una nuova disciplina per quanto riguarda la gestione degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione che prevede che entro il 30 settembre scorso i consorzi industriali, ovvero le unità territoriali se istituite, che non gestiscono direttamente gli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione, a prevalente uso industriale, procedono, ai sensi delle vigenti normative, alla selezione di un operatore economico cui affidare per 5 anni, in qualità di socio di società mista a maggioranza pubblica, ovvero in regime di concessione di servizi di cui all’art. 30 decreto legislativo 163/2006, anche ricorrendo alla procedura di cui all’art. 278 del decreto del presidente della Repubblica n. 207 del 2010, la gestione dei predetti impianti di competenza consortile; non risulta che  un socio privato e che socio  è già presente in Coniv e che si vuole oggettivamente  favorire e che si chiama Di Vincenzo Dino & C spa; non risulta che il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, prevede all’articolo 172, rubricato ‘Gestioni esistenti’, al comma 6: ‘Gli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione gestiti dai consorzi per le aree ed i nuclei di sviluppo industriale di cui all’articolo 50 del testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1978, n. 218, da altri consorzi o enti pubblici, nel rispetto dell’unità di gestione, entro il 31 dicembre 2006 sono trasferiti in concessione d’uso al gestore del servizio idrico integrato dell’Ambito territoriale ottimale nel quale ricadono in tutto o per la maggior parte i territori serviti, secondo un piano adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le regioni, le province e gli enti interessati’; non risulta che il suddetto piano a livello nazionale ad oggi sia  mai stato adottato. E forse non sanno che la formulazione contenuta nella modifica al disciplinare appare in assenza di tale piano generale ultronea  rispetto alle competenze specifiche regionali nonché foriera di un danno al bene pubblico comune, atteso che il ricorso alla procedura di cui all’art. 278 del regolamento di esecuzione e attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante ‘Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce’, parte dal presupposto dell’affidamento in finanza di progetto di contratti di concessione di servizi, nel quale soggetti privati possono presentare proposte che contengono uno studio di fattibilità, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario, asseverato dai soggetti indicati dall’articolo 153, comma 9, del codice, una specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione, nonché l’indicazione degli elementi di cui all’articolo 83, comma 1, dello stesso codice e delle garanzie offerte dal promotore all’amministrazione aggiudicatrice. No, forse questo lo sanno: visto l’afflato in difesa di specifici interessi privati”.

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