A Chieti 365 giorni no alla Violenza contro le donne

presentzione_365_giorni_no_alla_violenza_contro_le_donneChieti. In Comune a Chieti sono stati presentati gli eventi organizzati dall’amministrazione comunale in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere che si svolgerà il prossimo lunedì 25 novembre.

“Ringrazio tutte le rappresentanze che si occupano della violenza sulle donne nel territorio – ha detto l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Chieti, Emilia De Matteo – il 25 novembre è un momento riconosciuto a livello internazionale, noi ci siamo impegnati a livello di giunta per arginare questo fenomeno così drammatico. Ci sono vari aspetti della violenza, nella maggior parte dei casi viene perpetrata all’interno delle mura domestiche. Abbiamo avviato un percorso in questo senso sin dal 2011 per proseguire l’anno scorso e novembre, sempre in piazza Vico. Uno degli elementi caratterizzanti delle amministrazioni è la formazione delle nuove generazioni con la comprensione che tutti devono rispettare se stessi sin da bambini. Ci saranno in questi giorni due professori dell’Università Telematica di Chieti, poi c’è tutta l’attività conoscitiva che il Centro Antiviolenza svolgerà sul territorio. Rispetto a questo argomento è cambiato molto. Ci siamo attivati con le forze dell’ordine con le quali c’è una sinergia e verranno attivati dei corsi di formazione. Ci si muove a 360° affinché un dramma diventi uno sbocco positivo”.
Oggi pomeriggio alle 15.30 ci sarà un convegno sul tema nella sede della Camera di Commercio teatina di piazza Vico, alle ore 19 nella Sala Expò della Camera di Commercio ci sarà l’inaugurazione della mostra di Antonella De Lupertinis dal titolo “Non sei sola: dalla violenza si può uscire”. Infine lunedì, alle ore 19, ci sarà la proiezione del film “Ti do i miei occhi” di Igiar Bollain nella Sala Cascella della Camera di Commercio.
“Anche su questo fenomeno – ha spiegato la responsabile del Centro Antiviolenza Alpha, Marialaura Di Loreto – ogni territorio ha la sua storia. Noi abbiamo avuto una grande evoluzione. Oggi possiamo con orgoglio dire che si può costituire una rete antiviolenza sulle donne, vogliamo lavorare in rete. Si farà la formazione con gli incontri che non si incentreranno solo sulla violenza di genere ma anche sul come si agisce nei Centri Antiviolenza. La rete prevede 5 incontri formativi e ci permette di stipulare dei protocolli d’intesa per ogni rete. Vengono formate delle persone come operatori di accoglienza. Si collabora perché si tratta di donne che per molto tempo, per diversi motivi, hanno deciso di sottostare al marito. Con il Centro Antiviolenza la donna si sente tutelata e protetta perché viene accompagnata nella denuncia e nell’intero percorso. Noi siamo sul fronte 365 giorni l’anno e non solo il 25 novembre ed è una cosa che riguarda tutti. C’è il rispetto non solo per gli operatori ma anche per il lavoro di rete”.
Da gennaio a novembre di quest’anno 50 donne si sono rivolte al Centro Antiviolenza Alpha per informazioni, consulenze psicologiche e legali; di queste 50 donne 22 sono prese in carico come casi di violenza in rete. Il 69% delle donne che si sono rivolte al Centro sono di nazionalità italiana. La maggior parte delle donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza sono di un’età compresa tra i 30 ed i 49 anni. Il tipo di violenza denunciata è prevalentemente fisica, economica e psicologica (che ha la percentuale più alta). Nel 60,9% dei casi la violenza è perpetrata dal convivente/coniuge.
“Ringrazio tutti quelli che si stanno adoperando su questo fronte – ha affermato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – voglio sottolineare un aspetto che è fondamentale e che riguarda il malcostume della società che non riconosce il ruolo della donna. La società si deve rendere appieno conto dei numeri drammatici, c’è bisogno di collaborazione. Se tutti gli operatori sociali riuscissero a collaborare sarebbe fondamentale per creare una rete. C’è bisogno di aiuto perché le lesioni fisiche si rimarginano e se rimangono si possono coprire con una maglia o una sciarpa, invece le ferite dell’anima, se si trovano, sono difficili da rimuovere. Bisogna riconoscere e denigrare la condotta violenta. Il problema non è sempre che esiste la violenza ma è chi sa che esiste la violenza e non fa niente per evitarla. La vicenda dell’assessore D’Agostino? Non ho mai nascosto questo problema. Io sono per la difesa del diritto, condanno senza se e senza ma quella situazione. Credo che una ferita questa città la porterà sempre al di la di quale sia il risultato giudiziario. È stato drammatico per me, anche andare in giro per l’Italia, con questo fatto di cronaca alle spalle. Oggi ho voluto partecipare alla presentazione di queste iniziative per dimostrare che l’amministrazione non gira la testa verso certi problemi. Per quello che mi riguarda non c’è giustificazione che regga. Per me i bisogni non hanno né colore né parte, sono bisogni. Vogliamo fare chiarezza su questa vicenda che probabilmente è più grave di quella che ci aspettavamo. Abbiamo vissuto un momento orrendo che ha visto protagonisti la politica ed il bisogno. Io sono convinto che un soggetto che è predisposto alla violenza e legge quelle notizie agisca con maggiore convinzione. Queste cose non si devono giustificare perché altrimenti si troverebbe la giustificazione per qualsiasi cosa. Non c’è solo un problema legato ad una vicenda giudiziaria, ma c’è un problema di dolore personale mio. Non avrei mai voluto fare il sindaco per quello che è successo e per cui sto ancora male. Spero per me che si risolva tutto perché mi toglierei dal groppone un grosso peso”.
Francesco Rapino

Impostazioni privacy