Chieti, sicurezza urbana: l’opposizione chiede il potenziamento della vigilanza

conferenza_su_sicurezza_pubblica_chietiChieti. Dopo i vari fatti accaduti in città negli scorsi giorni i gruppi di opposizione del Comune di Chieti fanno richiesta del potenziamento della attività di vigilanza sul territorio nel rispetto della sicurezza urbana, citando il disagio manifestato dai cittadini con i loro reclami e le campagne condotte dai mass media locali.

Al centro dell’attenzione, vi è dunque la volontà di proteggere i residenti nel Comune di Chieti da comportamenti minacciosi o disturbanti per la quiete e allo stesso tempo evitare situazioni che ledono la sicurezza e l’incolumità pubblica.
“Questo è un momento importante per la nostra città – ha spiegato il capogruppo di Fli in Consiglio Comunale a Chieti, Alessandro Carbone – per gli ultimi avvenimenti avvenuti soprattutto nella parte bassa. Capitano sempre più episodi sia nella parte alta che nella parte bassa della città. È una città divisa in due, allo Scalo c’è l’università con i ragazzi che rimangono fuori dai locali e si creano problemi di pubblica sicurezza, dall’altro lato dobbiamo tutelare i residenti che abitano nei pressi dei locali. Noi chiediamo al Consiglio Comunale che vengano incrementati i controlli intorno a questi locali. Nella parte alta c’è un problema di schiamazzi, nella parte bassa c’è anche un problema di risse. Il problema è che ad una certa ora vengono vendute bottiglie di vetro che, quando ci si fa un bicchiere di troppo, diventa un’arma impropria. Noi vogliamo porre una soluzione e vogliamo organizzare un Consiglio Straordinario per porre questo problema di sicurezza dei locali e dall’altra parte dei residenti”.
“Voglio riprendere l’appello che ha fatto il questore ai cittadini – ha detto il capogruppo di Scelta Civica, Alessandro Giardinelli – cioè quello di collaborare con le forze di polizia per risolvere i problemi, così come ho fatto io nell’episodio di cui sono stato vittima. Questa città deve crescere in civiltà e non ci deve essere spazio per episodi di piccola criminalità che possono essere un humus di episodi più importanti”.
“L’obiettivo principale è la sicurezza – ha aggiunto il consigliere e segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti – che non è solo la regolamentazione di alcune attività commerciali. Di recente c’è stato un episodio di violenza nei confronti di una ragazza a Chieti Scalo. Invito i ragazzi a divertirsi ma in un modo sano. Chiediamo al sindaco un’ordinanza di regolamentazione degli orari per la somministrazione di alcolici nei locali. Ci risulta che ci sono persone infiltrate che non sono studenti e che sono dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti. Vogliamo che si affronti il problema sotto tutti i punti di vista. Volgiamo che ci sia una regolamentazione a carico dei locali con le società che si occupano della pulizia delle strade. Dobbiamo mettere insieme la sicurezza e le attività commerciali che sono una risorsa per la città”.
“Il sindaco sta emanando un’ordinanza – ha sottolineato il capogruppo di Chieti per Chieti, Luigi Febo – questo è quello che succede spesso in questa città: si aspetta che succeda qualcosa per poi intervenire. Bisogna fare una regolamentazione della città sulla sicurezza urbana che è competenza del sindaco. È tutto raccolto, bisogna solo regolamentare, i gestori dei locali ed i cittadini sanno di che cosa si sta parlando. Il sindaco non deve intervenire a step, ma si deve vedere la situazione nell’integrità. La denuncia è che siamo sempre in ritardo con l’amministrazione che interviene con ordinanza tampone che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza della città”.
“Da una parte apprezziamo lo sforzo che l’amministrazione sta facendo per riattivare i servizi della città – hanno affermato i rappresentanti delle associazioni studentesche Lista Aperta e 360° – e li invitiamo anche a fare di più, però a Chieti Scalo non abbiamo mai visto una pattuglia circolare. Questo non è solo un problema degli studenti, ci sono rappresaglie da parte di gruppi di giovani non studenti. Noi abbiamo scritto una lettera al prefetto per fargli presente la situazione. Gli studenti spesso si rivolgono alle associazioni, abbiamo raccolto tante segnalazioni, e non denunciano i fatti perché hanno paura di ritorsioni, questo perché gli studenti non si sentono tutelati dalla città di cui non si sentono entità parte”.
Francesco Rapino

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